AGI - “Pieno e convinto appoggio” al pacchetto di misure approvato dalla Ue, che di fronte all’atto “barbaro” dell’aggressione di Mosca all’Ucraina e alla "minaccia per l’Europa", “deve reagire con la massima fermezza”.
Le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, arrivano in serata, poche ore lo storico annuncio di Bruxelles che per la prima volta nella sua storia finanzierà e fornirà armi ad un paese in guerra.
Il nuovo pacchetto di misure dell’Unione contro l’aggressione russa prevedono anche lo stop delle transazioni della banca centrale russa, la chiusura dello spazio aereo europeo ai voli russi, sanzioni alla Bielorussia e la messa al bando delle emittenti russe Russia Today e Sputnik. Tutte iniziative, dice Draghi, che l’Italia condivide in “pieno”.
La chiusura dello spazio aereo italiano, comunicata dal governo in mattinata, riguarda qualsiasi tipo di velivolo civile o militare che provenga da qualsiasi parte della Russia o che sia di una compagnia russa.
Il governo inoltre è pronto inviare alle forze di Kiev armi ed equipaggiamenti per far fronte all’offensiva dell’esercito di Vladimir Putin: domani nel pomeriggio si riunirà un Consiglio dei ministri per adottare nuove disposizioni sulla crisi ucraina e, fa sapere palazzo Chigi, “si interverrà per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”.
Una seconda norma “introdurrà una procedura che consenta maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica del Paese”.
La decisione del governo italiano di inviare armi a Kiev arriva dopo la telefonata di ieri di Draghi con il presidente dell'Ucraina, Volodimir Zelensky, in cui il premier aveva ribadito “la solidarietà e vicinanza dell’Italia di fronte all'attacco” di Mosca e aveva anticipato che l'Italia avrebbe fornito all’Ucraina “assistenza per difendersi”.
Il via libera di domani in Cdm delle norme che integrano il ‘decreto Ucraina’ dovrebbe arrivare con l’appoggio di tutte le forze politiche.
In mattinata Matteo Salvini aveva frenato sulla possibilità di inviare armi a Kiev (“mandare armi letali? non in mio nome”, aveva detto il leader della Lega), salvo fare marcia indietro nel tardo pomeriggio: “Piena fiducia in Draghi e nel governo per fermare, con ogni intervento e aiuto necessario, l'aggressione russa, le bombe e il sangue” ha fatto sapere Salvini.