AGI - “Centrodestra, pace lontana” titola il ‘Corriere della sera’, “Congiura Di Maio” titola ‘il Giornale’: le due testate illuminano i due crateri in cui continuano le scosse di assestamento dopo il terremoto con epicentro Quirinale. Un sisma la cui intensità in termini di consensi viene misurata dai primi sondaggi. Ieri ne è uscito uno di Swg, oggi uno Ghisleri per ‘La Stampa’. Secondo questa rilevazione, con la quale apre il quotidiano torinese, Fratelli d’Italia fa un balzo in avanti del 2,2% e diventa il primo partito con il 21,1%, seguito da vicino dal Pd che flette dello 0,8% e scende al 20,8%. Al terzo posto la Lega, che paga il conto più salato con un calo dell’1,8% che la fa scendere al 16,7%. Sostanziale tenuta per M5s che cede lo 0,2% e occupa il quarto posto con il 14,2% e precede Forza Italia, quinta con il 7,4% e una perdita dello 0,8%. Mantiene la sesta piazza Azione con il 4,1%, pur cedendo lo 0,7%, cioè esattamente quanto guadagna Italia Viva che ascende al 3%. Marginali incrementi per le altre forze (Verdi +0,3%, Mdp +0,1% e Sinistra italiana +0,2%) e aumento degli indecisi, che sono il 37,5% degli elettori.
Al primato tra le liste, Giorgia Meloni unisce anche quello tra i leader: riscuote la fiducia del 32,3% degli intervistati, conquistandosi un +2,7%. Al secondo posto Giuseppe Conte (30,2%) che però arretra del 5,2%, più o meno come Matteo Salvini (-5,3%) che scivola al quarto posto con il 22,4%, dietro Enrico Letta che cede lo 1,5% e ottiene il 24,3%. In calo anche Berlusconi e Di Maio, mentre Matteo Renzi fa un piccolo exploit e cresce del 4,2% al 14,8%. Anche Mario Draghi e il suo governo accusano il colpo: la fiducia nel premier arretra del 3,7% al 52,1% e quella nell’esecutivo del 3,5% al 45,2%. Al di là di ogni schieramento, il sondaggio offre un dato sui cui riflettere: per il 70,4% la rielezione di Mattarella rappresenta una sconfitta per la politica, per i partiti e per i loro leader.
Ma secondo Goffredo Bettini, ‘eminenza grigia’ del Pd, “non c’è stata la Caporetto della politica”. Intervistato da Giovanna Vitale su ‘Repubblica’, Bettini immagina un Pd che dialoga anche con Forza Italia perché “marca una sua autonomia” nello “sgretolamento” del centrodestra e perché “il campo democratico per vincere ha bisogno di una ‘gamba’ di centro moderata, europeista, innovatrice”. Lo stratega dem ragiona così: “Se le forze liberali ora spezzettate e senza federatore convergessero nel dare voce a un elettorato almeno del 10% attualmente senza rappresentanza, sarebbe una svolta nella politica italiana. Non si tratta di sostituire i 5 stelle e le altre forze dell’area di sinistra ma di allargare la rete di dialogo in tutte le direzioni, guardando anche al travaglio di Forza Italia”.
Di certo a Forza Italia già guarda Salvini, che nel Consiglio federale di ieri ha cercato di ricompattare la Lega e di riposizionarla su una rotta più moderata. Secondo la ricostruzione di Marco Cremonesi sul ‘Corriere della sera’, il leader durante la riunione con i dirigenti leghisti avrebbe detto “Noi con Giorgia Meloni non c’entriamo”, e per unire il partito sulla nuova linea punterebbe a un maggior coinvolgimento dei governatori. “E’ l’ora dell’assunzione di responsabilità per tutti, governatori e dirigenti”, dice sempre a Cremonesi uno dei colonnelli leghisti.
Nella cronaca sul Consiglio federale, ‘il Giornale’ registra anche le preoccupazioni che avrebbe espresso il ministro Giancarlo Giorgetti per un possibile aumento del pressing sul governo da parte della Lega, affamata di risultati da intestarsi davanti al suo elettorato: “Sono preoccupato, non sarà facile, l’esecutivo sta vivendo dei momenti difficili, dobbiamo portare a casa dei risultati ma Draghi è il garante”, è il virgolettato che Stefano Zurlo attribuisce a Giorgetti. Il vero nodo per la Lega, secondo Claudio Cerasa, è “capire che o si cambia la rotta o si cambia Salvini”. Scrive il direttore del ‘Foglio’ che “i passaggi da osservare sono due. Il primo è politicistico: che fine farà il predellino. Il secondo è strategico: che cosa farà la Lega se l’Europa proporrà sanzioni contro la Russia in caso di invasione dell’Ucraina? Salvini lo sa”.
Da più parti corteggiata con appetiti differenti, “Forza Italia deve essere protagonista” secondo la linea dettata da Berlusconi, stando al ‘Corriere della sera’. Anche ‘il Giornale’, che descrive un Cavaliere impegnato in contatti telefonici e consultazioni di familiari e consiglieri fidatissimi, spiega che da un lato è “interessato” al confronto sulla federazione modello partito Repubblicano Usa proposta da Salvini, dall’altro considera che nella partita del Quirinale si è creata “una sintonia con le altre forze che si raccolgono sotto il cappello del Partito popolare”. E queste forze sono, a loro volta, in movimento. ‘La Stampa’, in un retroscena di Ilario Lombardo, parla dell’ipotesi di un “partito di Draghi”, non nel senso di “un partito personale del tecnocrate”, ma di “un orizzonte che si svela a suo nome” perché “in tanti si intesteranno una forza politica on un’area ispirata al governo Draghi. Funzionerà come promessa di rivederlo alla guida dell’Italia dopo il 2023”.
Sul fronte M5s si combatte intanto la battaglia tra Conte e Di Maio, che ‘il Manifesto’ racconta con un titolo come sempre originale, “Stellicidio”. La giornata, scrive il quotidiano comunista, è stata caratterizzata dalla controffensiva diplomatica del ministro degli Esteri, “in cerca di sponde”: ha incontrato Virginia Raggi e ha pranzato con Elisabetta Belloni, capo del Dis che Conte voleva al Quirinale ma è finita bruciata. Insomma, titola ‘il Messaggero’, Di Maio, che ha anche telefonato a Chiara Appendino, si gioca “la carta donne”, e se la foto sorridente con la Belloni serve a sottrarre a Conte “la cartuccia più pesante”, ossia la numero uno dei servizi segreti, il colloquio con l’ex sindaca di Roma alla Farnesina è teso a “dimostrare che Di Maio è fortemente connesso all’attivismo della base 5s”, un mondo “che invece Conte non ha né visto né conosciuto”.
Anche il ‘Fatto quotidiano’ riferisce delle mosse di Di Maio, ma in chiave critica: il giornale insiste sui tweet contro il ministro degli Esteri, che “sono veri” e il direttore Marco Travaglio scrive che la Belloni è stata “screditata dalla foto con Giggino”. Anche ‘la Verità’ registra come “l’ennesima anomalia di queste giornate” l’incontro tra Di Maio e Belloni: “Il capo degli 007 entra nella lite tra i grillini”, titola il quotidiano. Intanto, sull’ex premier grillino piove la tegola di una perquisizione, che ‘Libero’ spara in prima pagina, rilanciando a sua volta una notizia del ‘Domani’: scrive Brunella Bolloli che la perquisizione, eseguita dalla Guardia di finanza, avrebbe “riguardato le così dette consulenze d’oro che l’avvocato del popolo ha svolto per alcune società del gruppo Acqua Marcia”.
In questo panorama si staglierà domani il discorso di Sergio Mattarella alle Camere riunite. “Il contesto politico in cui è stato rieletto Mattarella è totalmente diverso dal 2025”, osserva Lina Palmerini che sul ‘Sole 24 ore’ prova a definire la sostanza del secondo mandato del capo dello Stato: “Dovrà aiutare a ristabilire equilibrio e una fluidità nei rapporti, diventando – più di prima – il perno tra governo, partiti e soprattutto Parlamento, a cui intende restituire centralità”.