AGI - Appendino, Belloni, Raggi. È scandita da questi tre nomi la giornata del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che non ha mai smesso di occuparsi, in queste ore, della Farnesina. Tre nomi, citati per ordine alfabetico, che indicano come nel M5s la controffensiva dimaiana agli attacchi di Conte sia in atto.
Una prova muscolare che va ben oltre la pratica burocratica del 'chi sfiducia chi'. Una partita, quest'ultima, complicata e che dovrebbe avere l'ok anche del garante, Beppe Grillo. Ma la conta - anche se nessuno al momento vuole consultare la rete (con il rischio di perdere) - per espellere l'uno o l'altro è iniziata.
Certo, Raggi (la più votata) fa parte del comitato di garanzia che potrebbe chiedere agli iscritti di decidere se Giuseppe Conte debba essere sfiduciato, ma prima si gioca un muro contro muro ancora più profondo. Sono in tanti che chiedono, spiega una fonte, a Luigi di poterlo incontrare, dopo la partita sul Quirinale "giocata e vinta" da Di Maio, che esce in modo "eccellente e rafforzato" dalle scelte sul Colle nelle quali il Movimento è stato parte attiva e proponente, nonostante - è il sospetto - Conte volesse spaccare la maggioranza e andare al voto anticipato.
A fare la differenza, viene riferito, sono i gruppi parlamentari per i quali è proprio Di Maio il punto di riferimento. Anche perché, in M5s, gira una sorta di refrain a mo' di battuta: 'vuoi che Conte ti risponda? Allora devi muovergli una critica. Luigi risponde sempre e a tutti, se lo chiami".
Nel frattempo è attesa un'assemblea congiunta per i chiarimenti che lo stesso Di Maio e Conte ritengono necessari. Ma il messaggio di molti eletti è chiaro: non si può seguire il format degli ultimi tempi. Conte che parla e interventi che alcuni definiscono pilotati. Bisogna parlare chiaro e senza interferenze estranee, neanche quelle dei giornalisti.