di Carmelo Rapisarda
AGI - "Alta tensione nei partiti dopo il voto": il titolo di apertura del 'Corriere della sera' è la sintesi dei conflitti innescati dalla conclusione della partita per il Quirinale, che tutti i giornali registrano e approfondiscono. I filoni sono due, centrodestra e 5 stelle, ma la chiave di lettura è una, e la evidenzia, sempre sul 'Corriere', Francesco Verderami: "Dopo la corsa per il Colle vorrebbero subito iniziare la corsa che li porterà alle elezioni" e i leader guardano già alle urne con "un'istinto primordiale di rivalsa, sebbene le macerie dei loro partiti e delle loro coalizioni siano davanti ai loro occhi". Così, scrive Marco Cremonesi, Salvini "prova a uscire dall'angolo e rilancia il progetto della federazione", mentre Paola Di Caro descrive un Berlusconi impegnato in "trattative dall'ospedale e progetti per forza Italia", Emanuele Buzzi si dedica alla "guerra totale" tra Conte e Di Maio, mentre Maria Teresa Meli guarda dentro il Pd, dove è partito "il pressing per il proporzionale".
Sul 'Corriere' ci sono anche due interviste, una a Tajani, che a Paola Di Caro dice di non credere che Salvini possa strappare a Berlusconi il ruolo di leader del centrodestra, e una a Renzi, che a Maria Teresa Meli parla di "sconfitta di alcuni politici, non della politica" e si descrive come un protagonista, assieme a Letta, del bisi Mattarella, per non dover "rimpiangere per sette anni le soluzioni strampalate last minute di qualche presunto leader", Salvini in primis.
Ci aspetta "un lungo anno pre elettorale", anche secondo Marcello Sorgi, che sulla 'Stampa' spiega: "Draghi dovrà cercare di tenere insieme una maggioranza sempre più rissosa", anche "pagando le conseguenza della sua, ancorchè solo iniziale, partecipazione alla corsa al Colle". Per ora, nota lo stesso giornale con Ilario Lombardo, il premier "prepara i primi 'no' ai partiti", e avrebbe già stoppato Salvini sulla richiesta di ulteriori fondi contro il caro bollette. A rafforzare il presidente del Consiglio, osserva Ugo Magri, la rielezione di Mattarella, che gli offre "uno scudo".
Intanto, "Salvini è all'angolo" e nel centrodestra va alla carica Giorgia Meloni che, scrive Antonio Bravetti, si intesta la rifondazione della coalizione, guarda ai tanti delusi di Lega e FI, e si prepara a dare battaglia sulla riforma presidenzialista. Alle difficoltà interne di Salvini si dedica anche 'il Messaggero', che con Emilio Pucci parla di "fronda dei governatori" nella Lega: i presidenti di Regione mettono in guardia il leader dall'evocare crisi di governo. Il quotidiano romano riprende anche, ma non è l'unico a farlo, il tema della legge elettorale, una partita che dovrebbe aprirsi adesso per andare al voto con regole nuove.
Proporzionale o maggioritario? Tra i partiti sarà scontro anche su questo. 'Repubblica', che con un editoriale del fondatore Eugenio Scalfari plaude alla rielezione di Mattarella che rinsalda Draghi a Palazzo Chigi ("Due uomini giusti ai posti giusti") si concentra sui 5 Stelle: Matteo Pucciarelli racconta che una frangia preme per sfiduciare Conte mentre Grillo è furioso per la vicenda Belloni. Politicamente, evidenzia un'analisi di Sebastiano Messina, il dato è che nei rapporti con il Pd sarebbe ora Di Maio e non più Conte l'interlocutore di Letta. Intervista a Giovanni Toti, che più che al Quirinale pensa ormai alle elezioni e invoca il proporzionale.
Anche 'il Fatto quotidiano", che in prima pagina titola su "Draghi battuto" perché non è salito al Colle, riferisce dello scontro interno ai 5 Stelle, parlando però di un "processo a Di Maio", e dà voce all'ex illustre Alessandro Di Battista che accusa: "Luigi pensa al potere". Sulla lite Conte-Di Maio azzecca un titolo divertente 'il Manifesto': "Litership".
Salvini interviene in prima persona, con un lungo articolo, insieme di autodifesa e contrattacco, che 'il Giornale' mette in apertura. Il capo leghista spiega le ragioni della rielezione di Mattarella, e guarda al futuro del centrodestra con il progetto di una federazione che includa "liberali, garantisti, cattolici" per dare vita a sorta di versione italiana del partito repubblicano Usa perchè, scrive, "non basta sommare le forze, si inizi a pensare in un'ottica unitaria". Invita a "superare gli egoismi" e sembra che parli a Giorgia Meloni, anche se non esplicitamente nominata.
Quasi in controcanto, 'Libero' mette invece in prima pagina il post su Facebook di Giorgia Meloni, e sottolinea che la leader di Fratelli d'Italia rivendica per sè la primazia nella ricostituzione dell'alleanza andata in pezzi con il voto per il Quirinale. Sullo stesso giornale, Vittorio Feltri, preconizza che il fermento della campagna elettorale imminente produrrà "un casino infernale che Mattarella, il redivivo, dovrà affrontare con poche speranze di risolverlo".
Salvini indebolito, ma Lega rafforzata secondo l'analisi di Claudio Cerasa sul 'Foglio'. Perchè, spiega, "il sì della Lega al bis di Sergio Mattarella è l'ennesimo faticoso passo che la Lega compie per emanciparsi dal salvinismo" e si pone in continuità "con una serie di altri passi compiuti a fatica dalla Lega nell'ultimo anno", quali il sì al governo Draghi, al Recovery plan, all'obbligo vaccinale. Adesso, osserva Cerasa, "Salvini probabilmente non è la persona migliorare per superare la stagione del salvinismo".
Al contrario, secondo 'La Verità', "la favola di un esecutivo rafforzato dal bis di Mattarella non tiene", e Maurizio Belpietro è convinto che "per il premier si annuncino tempi difficili, perchè non soltanto da qui alle elezioni molti nodi verranno al pettine, ma essendo andate in frantumi sia le coalizioni che l'autorevolezza di chi le dovrebbe guidare, Draghi sarà costretto a operazioni di equilibrismo senza più disporre della forza su cui ha potuto contare finora". Un premier intenzionato a ripartire subito e riprendere il passo viene invece raccontato dal 'Sole 24 ore', secondo cui Draghi nel Cdm si oggi è "intenzionato a spingere sul profilo riformista e meno incline alle mediazioni". Il quotidiano di Confindustria indica le priorità: "Subito la stretta sulle pensioni".