AGI - Il sogno della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, si infrange nell'Aula di Montecitorio di fronte al tabellone che segna 382 voti.
Pochi per scalare il Colle. Pochi soprattutto rispetto alle previsioni della stessa esponente di Forza Italia. Ci aveva creduto, la numero uno di Palazzo Madama.
Era stata lei a insistere con il presidente Berlusconi e il vice Tajani per giocare la partita più difficile.
Era convinta di poter conquistare le preferenze di una parte del M5S ma anche del Pd. Oltre che il parziale sostegno di Italia Viva: nei giorni scorsi aveva cercato sponde nel partito di Renzi.
La decisione del centrosinistra di non partecipare al voto l'ha condannata alla sconfitta, i mancati consensi nella sua stessa maggioranza l'hanno umiliata.
Tanto che alla fine della giornata sia il segretario del Pd Enrico Letta sia quello della Lega Matteo Salvini hanno mostrato amarezza per l'epilogo della quinta votazione.
A conti fatti, alla presidente del Senato sono mancate 71 preferenze (i grandi elettori di centrodestra sono 453). Considerati gli assenti, i franchi tiratori sono stati una sessantina.
Fratelli d'Italia e la Lega si sono smarcati subito dopo il voto: "Partito granitico e leale" ha detto Giorgia Meloni parlando dei voti espressi da Fdi e aggiungendo: "Anche la Lega tiene. Non così per altri".
Gli altri sarebbero dunque proprio nel partito della Casellati (una quarantina) e di Coraggio Italia (una decina).
Una quindicina di grandi elettori hanno preferito invece indicare sulla scheda i nomi di Berlusconi e Tajani.
Inevitabile che il flop della presidente del Senato abbia lacerato il centrodestra e lo abbia spinto a evitare l'Aula per il sesto scrutinio.
Mentre dal centrosinistra sono piovute critiche e accuse per aver esposto la seconda carica dello Stato a una bocciatura così severa.