AGI - Chi sposa la causa di aprire a Draghi e la necessità di trattare per il governo puntando ad un patto di legislatura e chi, invece, ritiene che il presidente del Consiglio debba rimanere a palazzo Chigi e, pur ribadendo la strategia dei 'no veti', punta su una figura di alto profilo (si è alzato un applauso al Capo dello Stato Mattarella) senza escludere a priori una convergenza su una candidatura del centrodestra.
Confronto tra due linee questa sera all'assemblea dei grandi elettori del Movimento 5 stelle. La maggioranza dei pentastellati ha invitato Draghi ad andare avanti, secondo quanto ribadito dal presidente M5s Conte.
"Un nuovo premier non garantirebbe la stabilità" e “dovrebbe passare attraverso il voto degli iscritti”, ha detto Conte che ha difeso la candidatura del fondatore della comunità di Sant'Egidio Riccardi, ma rilevando che prima si lascerà spazio per un confronto con il centrodestra e non chiudendo quindi a figure proposte, a patto che siano di alto profilo, da Salvini.
Interventi a sostegno della tesi sì a Draghi al Colle; altri, la maggioranza, contrari. È comunque una spaccatura sulla strategia a poche ore dal primo voto sul Quirinale. A sostegno della necessità di perlustrare la strada che porta a Draghi, con un patto di legislatura, hanno parlato i pentastellati Maraia, Del Monaco, Serritella, Di Sarno, Faro, Caso, Vacca.
"Nessun veto su nessun nome purché ampiamente condiviso, per le stesse ragioni che hanno garantito il nostro sostegno al governo Draghi”, ha detto Maraia, secondo il quale "il primo veto che deve cadere è quello sul nome dell’attuale presidente del consiglio".
"Nessun veto, nè tanto meno a Draghi, basta con i 'mai' che poi siamo costretti a rivedere perché il quadro politico è in continua evoluzione. Patto di legislatura, con tutte le forze politiche e a prescindere da chi andrà al Colle: non possiamo dare un messaggio di caos al Paese sulla gestione della pandemia e del Pnrr", ha affermato la sottosegretaria Nesci.
"Non dobbiamo porre veti in questo momento anche per il fatto che Berlusconi è fuori dai giochi ma bisogna pensare a garantire la stabilità del paese con un patto di fine legislatura per gestire al meglio e uscire dalla situazione di emergenza che viviamo e portare avanti il pnrr e fare una nuova legge elettorale", il parere del deputato Serritella. “Il movimento 5 stelle per l'importanza dei numeri che gestisce in Parlamento non può imporre alcun veto sulla persona di Draghi”, ha sottolineato il pentastellato Di Sarno.
"Non poniamo veti che in questi anni ci hanno messi alla gogna. Il 'mai' ci ha portato a fare passi indietro. Non rifacciamo questo errore. Dobbiamo essere più sinceri coi cittadini", ha spiegato Faro. Per il pentastellato Caso "non occorre mettere veti e soprattutto – ha affermato -, chiunque sia il futuro Capo dello Stato, credo che ci sia la necessità di siglare con tutti i capi politici un patto di legislatura". Per Vacca “Draghi è il profilo più autorevole".
"Mi ritrovo nel discorso di Conte. Dobbiamo orientare azione, non facciamoci orientare dal mainstream”, ha detto il pentastellato Anastasi. “Il nome di Riccardi è bellissimo, profilo degno. Spero si possa votare quanto prima. Bene come Conte sta gestendo la trattativa. Il governo deve andare avanti ma deve cambiare sulla gestione della pandemia. Tutti insieme potremo scegliere una persona degna”, ha rimarcato l’esponente M5s Bella.
“Non credo sia facile cambiare il governo come se nulla fosse. Bene il profilo di Riccardi, nostro compito è alzare asticella e garantire la stabilità necessaria al Paese che un cambio di governo comprometterebbe”, ha detto la pentastellata Sportiello. "Mi ritrovo nel discorso di Conte. Dobbiamo orientare l'azione, non facciamoci orientare dal mainstream", ha sottolineato l'M5s Baldino. “Non dobbiamo accordarci per forza alle altre forze politiche, massimo sostegno a Conte”, ha aggiunto Flati.
"Dobbiamo dire chiaramente 'Draghi resti a bordo!'. Non c'è veto su Draghi, c'è senso di responsabilità che dovrebbe tenere il premier lontano dal Quirinale, coerentemente con l'emergenza che lo ha portato lì. Bene il nome di Riccardi, incarna i principi di solidarietà”, ha rilanciato Cubeddu.
"Con Draghi al Colle si va a votare. I nostri iscritti non ci farebbero passare un nuovo Governo. Troppo facile dire 'no veti a Draghi'', la linea del pentastellato Tucci.
"Abbiamo accettato il governo Draghi per responsabilità. Draghi ancora oggi è l’unico che può avere un peso in Europa. Spostare una persona che ha questo ruolo in un altro ruolo è un errore tattico", il parere del senatore Cioffi.
"L'ultima cosa che serve al Paese è un cambio di governo, sarebbe una catastrofe. Per il Colle serve una figura che conosce le istituzioni”, ha sottolineato il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Brescia. "Non mettiamo veti", ma nel caso di un cambio di governo "c'è il rischio che si vada a elezioni", ha detto l'ex ministro Spadafora.
A sostenere la necessità che Draghi continui nel ruolo di premier anche il capogruppo pentastellato Crippa, secondo il quale "non possiamo permetterci che si rimanga fermi per tre o quattro mesi". Prevale, dunque, al momento nel Movimento 5 stelle la tesi che il presidente del Consiglio non debba muoversi da palazzo Chigi.
"La necessità - osserva un pentastellato del fronte 'Sì Draghi al Colle' - è quella di salvaguardare Draghi, alla fine si arriverà lì e rischiamo di trovarci impreparati".
È un fronte ampio che per ora dice no al premier, proprio per il timore di una crisi al buio e di elezioni anticipate. "La verità – osserva un 'big' M5s – è che sono rimasti in pochi quelli del Movimento che ritengono Draghi una soluzione per il Quirinale". Da domani il confronto è destinato a proseguire.