AGI - Il ruolo di Mario Draghi, ma anche l'ipotesi di un bis di Sergio Mattarella: rispettivamente il primo e il secondo punto del faccia a faccia che ci sarà fra il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, con l'omologo della Lega, Matteo Salvini.
Sui due leader si concentra l'attenzione dei partiti in queste ore di frenetici incontri che precedono l'ora X dell'inizio delle votazioni a Camere riunite. Sul primo punto, quello che riguarda Mario Draghi, c'è da superare lo stop arrivato dal centrodestra con il comunicato che annunciava il passo indietro di Berlusconi.
"Lunedì incontrerò Salvini e mi metterò" a ragionare insieme a lui, spiega Letta nello studio di Fabio Fazio. "Mi ha molto stupito leggere il contenuto del comunicato. Fra i temi di cui parleremo con gli esponenti di centrodestra c'è l'eventuale candidatura di Draghi per capire se le dichiarazioni di Berlusconi sono ultimative oppure no".
Sarà questo "il primo punto dell'incontro con Salvini", come sottolinea il leader dem. Il secondo punto sarà quello riguardante Sergio Mattarella e l'ipotesi di un secondo mandato del Presidente in carica che, tuttavia, ha ribadito in ogni sede la sua indisponibilità. Alla domanda diretta del titolare di "Che tempo che fa", Letta risponde con un sorriso: "Per me e per noi, Sergio Mattarella sarebbe il massimo, la soluzione perfetta, sarà anche questo un tema di cui parlerò domani con Salvini".
La strada, in ogni caso, si sta mettendo in discesa a sentire il segretario. Letta si dice ottimista sulla partita Quirinale, al punto da indicare il tempo che manca al 'triplice fischio'.
"Sono ottimista perchè mi sembra ci sia questo sforzo delle forze politiche di trovare una soluzione per il Paese. Sono ottimista sul fatto che in 48, massimo 72 ore si troverà la soluzione". Questo, naturalmente, se lo 'schema Letta' - accordo contestuale su governo e Quirinale, così da portare la legislatura a scadenza naturale - dovesse funzionare: "La situazione sembra al punto di partenza perchè nelle settimane scorse si è fatto un racconto che non era quello giusto", dice il segretario dem.
"E cioè che questo Parlamento avesse una maggioranza in grado di esprimere una candidatura di parte. Noi non abbiamo messo in campo candidature di parte perchè con questi numeri c'è bisogno di trovare un nome condiviso, la migliore figure super partes, istituzionale. Diciamo al centrodestra 'non candidate uno di voi. Noi non candidiamo uno di noi".
La prima mossa, in ogni caso, rimane quella concordata con il resto del centrosinistra e illustrata ai grandi elettori del Pd: "Domani voteremo scheda bianca per dare un segnale di disponibilità verso il centrodestra. Noi non abbiamo voluto fare candidature di parte e non aveva senso che le facesse il centrodestra".
Se poi l'incontro con Salvini e il dialogo con il centrodestra non dovessero portare ai risultati sperati, Letta è pronto a giocare la 'cartà Riccardi: "Andrea Riccardi è un nome super partes, potrebbe essere una buona soluzione e ci stiamo lavorando".