AGI - Una decisione sofferta. Silvio Berlusconi evita di collegarsi via zoom al vertice del centrodestra in cui viene ufficializzata la rinuncia della sua corsa al Colle. Per tutta la giornata ha dubbi su cosa fare.
A pesare sulle sue decisioni – raccontano fonti parlamentari di FI – anche l’invito della famiglia a evitare ulteriore stress, dopo che nei giorni scorsi il Cavaliere è stato all’ospedale San Raffaele per alcuni controlli di routine. La decisione di fare un passo indietro arriva nel primo pomeriggio.
Lega e FdI vengono informati che l’ex presidente del Consiglio non si sarebbe collegato alla riunione in programma alle 18 e che sarebbe stata letta una nota.
Tra gli alleati, Coraggio Italia non apprezza le modalità con le quali si è arrivati al passo indietro del Cavaliere. Così come l’ex presidente del Consiglio non avrebbe apprezzato i distinguo arrivati nei giorni scorsi proprio dai centristi. Fonti parlamentari di Forza Italia riferiscono che non c’è alcuna intenzione dell’ex presidente del Consiglio di smarcarsi dagli alleati e che l’intenzione è quella di portare avanti una candidatura condivisa.
Durante il vertice non si sarebbero fatti dei nomi di candidati. Ma, nel corso della giornata convulsa, Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni avrebbero trovato un accordo sul 'metodo'. L'idea - spiegano qualificate fonti di centrodestra - sarebbe, come centrodestra, di proporre una 'terna' di nomi in cui sicuramente ci saranno una o più donne.
Tra i nomi emersi nei giorni scorsi nelle indiscrezioni di stampa i più quotati sembrano quello della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, del suo predecessore Marcello Pera, e dell'assessora lombarda al Welfare, Letizia Moratti. Altri due nomi su cui si è cercata una convergenza al di fuori dal centrodestra sono gli ex ministri Franco Frattini e Giulio Tremonti.
La riunione della coalizione però non si conclude con un comunicato congiunto, come previsto. Il vertice è interrotto dopo la protesta di Fratelli d'Italia che pretende invano che dalla nota finale sia cancellato l'auspicio che la legislatura vada avanti fino alla scadenza naturale, voluto dagli alleati che sostengono il governo di Mario Draghi.
Risultato: la nota congiunta non esce, solo comunicati separati. Ma durante il vertice escono indiscrezioni che indispettiscono Meloni riguardo a un presunto veto di FdI nei confronti di Draghi. "Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né tantomeno sono stati posti veti di alcun genere - puntualizza una nota ufficiale del partito -. Fratelli d'Italia resta ferma sulla necessità che il centrodestra esprima una o più candidature della propria area culturale, che rappresenta la maggioranza degli italiani. Se questo non fosse possibile, la nostra priorità e che vi sia un presidente della Repubblica autorevole e capace di difendere l'interesse nazionale e la sovranità popolare. La questione di Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo".
La decisione da prendere ora sarà quando conviene presentare la rosa di nomi al centrosinistra. Subito dopo il vertice del centrodestra - informa la Lega - Salvini ha contattato i segretari degli altri partiti per confermare quanto emerso durante la riunione. Dopo il passo di lato di Berlusconi, il leader della Lega ha chiarito ai suoi interlocutori che il centrodestra lavora a una rosa di nomi, “tutti di alto profilo”, si aggiunge.
Nel messaggio del Cavaliere letto da Licia Ronzulli durante il vertice si scandisce la linea di Forza Italia, anticipata da Antonio Tajani durante la riunione con i ministri azzurri poco prima: Draghi deve restare a Palazzo Chigi, alla guida del governo. Nella lettera, Berlusconi ringrazia chi lo ha supportato e ribadisce di aver servito il Paese.
Il Cavaliere fa poi sapere di aver verificato l'esistenza dei consensi per una sua eventuale corsa al Quirinale ma annuncia il ritiro. "L'Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi - afferma -. In questo spirito, ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica".
Nel suo comunicato, poi Berlusconi dice di considerare "necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al Pnrr, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia". Quel riferimento ad andare avanti sino alla "fine della legislatura" è criticato da FdI che, com'è noto, auspica la caduta dell'esecutivo dopo il voto sul Colle e il ricorso alle urne.
"Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza piu' veti dalla sinistra", commenta Salvini. "Abbiamo apprezzato - aggiungono da FdI - il senso di responsabilità di Berlusconi, che a seguito della verifica che si era riservato di fare per accertare le effettive possibilità di elezione, ha rinunciato a offrire la sua disponibilità alla candidatura a presidente della Repubblica.
“Il presidente Berlusconi non ha fatto un passo indietro, ma uno in avanti, per la responsabilità che il centrodestra ha verso il Paese", dice Maurizio Lupi. "Ha anteposto gli interessi della nazione alla legittima aspirazione della coalizione di avere il suo fondatore alla più alta carica dello Stato. Per l'Udc, la rinuncia del Cavaliere "testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni".
Mentre l'ufficio di presidenza di Coraggio Italia ringrazia Berlusconi "per il generoso gesto di ritiro della sua candidatura: questo gesto apre la possibilita' alla coalizione di centrodestra di avviare un ampio confronto, senza soluzioni precostituite, con tutte le forze politiche per raggiungere la più ampia condivisione possibile per individuare il nuovo presidente della Repubblica".