AGI - Un debutto nelle forme della comunicazione politica: il tweet coordinato tra i partecipanti a un summit. A inaugurarlo sono stati Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza quando il vertice in casa del presidente M5s era ancora in corso.
Un incontro a tre atteso da giorni, benché i contatti tra i leader di Pd, M5s e Leu siano quotidiani e i faccia a faccia non siano mancati fino a questo momento. Sotto l'abitazione di Conte, a due passi da Piazza di Spagna, c'è il pubblico delle grandi occasioni: un centinaio tra operatori televisivi, fotografi, video maker e cronisti.
A ogni segnale, a ogni movimento davanti al portone d'ingresso, tutti si accalcano, le telecamere cozzano l'una sull'altra, i gomiti si allargano per cercare un po' di spazio. Poi escono un anziano signore con cagnolino al guinzaglio, una ragazza in tenuta da running e l'assedio si allenta.
Difficile pensare a un 'doorstep', una sfilata dei tre leader davanti alle telecamere per le dichiarazioni di rito. Ecco allora l'idea: pubblicare un tweet prima dell'uscita nella speranza di far scemare l'attesa. Un tweet, rispetto alla pià classica nota altrettanto "congiunta", ha il dono dell'immediatezza.
Sì, ma a chi farlo postare? Per dare il senso di un perfetto equilibrio, di una coalizione tra pari e senza un 'più alto in grado', si decide di mettere in rete contemporaneamente il medesimo cinguettio. "Ottimo incontro con..." e seguono i nomi dei convitati, escluso lo scrivente.
"Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità", si legge ancora. Il tweet congiunto sembra, tuttavia, non sortire l'effetto sperato, anche perché si sparge la notizia che i tre leader sono attesi alle 11 alla Farnesina per l'intitolazione di una sala a David Sassoli.
L'attesa, se ne ricava, sarà breve. E la folla di telecamere e taccuini, anzi, cresce tanto che al momento dell'uscita il ministro Speranza riesce a guadagnare l'auto solo perché il suo autista lo accoglie di fronte al portone. Meno fortunato è il segretario dem, la cui auto è spostata di qualche metro rispetto all'ingresso del palazzo. Le telecamere lo circondano, lui prova a mettere in guardia "attenti che vi fate male". Lo ripete piu' volte, "non fatevi male", e la voce assume ogni volta un tono più allarmato. "Non è una conferenza stampa", dice ancora. Infine, davanti alla raffica di domande, tutte sull'atteso "nome condiviso", spiega che non c'è stata alcuna intesa, anche perché c'è da attendere il centrodestra.
Giuseppe Conte, ancora nel suo appartamento, deve aver assistito alla scena visto che, di lì a breve, anche la sua auto si piazza davanti al portone, salendo sul marciapiede, per ridurre al minimo lo spazio tra uscio e abitacolo. Il 'circo mediatico' però circonda l'auto. La scorta dell'ex premier spiega che a bordo non c'è nessuno. Niente da fare: quando Conte esce dal portone la via è sbarrata e il presidente M5s deve girare intorno all'auto, per usare la portiera sul lato strada. Pochi secondi per una dichiarazione in cui ribadisce quanto già detto da Letta e quanto contenuto nel tweet condiviso. C'è il tempo di aggiungere la vicinanza a Beppe Grillo per l'indagine della procura di Milano, e il leader pentastellato sparisce nella sua berlina grigia.