AGI - Effetto covid sul Quirinale. La pandemia che sta colpendo il Paese da due anni avrà delle ripercussioni anche sulle elezioni del nuovo presidente della Repubblica: fissata nel 24 gennaio alle 15 la data della prima seduta comune del Parlamento, il Presidente della Camera Roberto Fico ha spiegato che si sta lavorando "insieme al Collegio dei Questori per definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto".
L'obiettivo è infatti evitare che gli oltre mille grandi elettori si accalchino per votare aumentando i contagi e sono dunque allo studio contingentamenti per entrare in aula, riduzione del numero di scrutini al giorno, pause per la sanificazione. Ma soprattutto si sta valutando come regolamentare l'uso del Green pass rafforzato e si soppesa l'impatto del numero di contagiati e dei sottoposti a quarantena sul quorum. C'è chi chiede che si autorizzi il voto a distanza e chi invece fa notare che in passato gli assenti per malattia sono stati considerati semplicemente assenti senza che questo diventasse un tema legato a quorum e diritti.
Stefano Ceccanti (Pd) pone diversi temi. Innanzitutto "va assunto seriamente luogo come obiettivo quello di assicurare il voto di tutti gli aventi diritto perché altrimenti si rischia una rappresentatività ridotta e un innalzamento surrettizio dei quorum che può rendere molto difficoltosa l’elezione". Poi "occorre evitare nel modo più rigoroso che si crei un focolaio in Parlamento" e dunque per l'esponente dem, che è costituzionalista, "niente impedisce che, pur unificando il luogo di scrutinio, i punti di votazione possano essere vari tra Camera e Senato, dato che si tratta solo di un luogo di votazione e non anche di dibattito".
Infine Ceccanti chiede che "si adotti nel seggio una normativa quanto più vicina a quella delle cabine elettorali, al fine di garantire la segretezza e la non controllabilità del voto, a cominciare dalla proibizione dei telefoni cellulari".
I limiti del Green pass rafforzato
Il tema del Green pass rafforzato però potrebbe porre dei limiti agli accessi in aula per votare e qualcuno si chiede se questo non leda il diritto dei grandi elettori di esprimere il voto.
Per Francesco Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato all'Università di Perugia il dilemma è presto sciolto: "Dal punto di vista giuridico non vi è alcuna limitazione nel prevedere per gli elettori presidenziali l'obbligo di Green pass rafforzato, in quanto questa scelta si fonda sulla evidente tutela dell'interesse costituzionale alla salute innanzitutto di quel collegio elettorale speciale che, per ruolo e funzioni, non può non essere protetto al massimo da ogni forma di aggressione o minaccia, in primis sanitaria".
Detto questo "non si può non sottolineare che, proprio le ragioni che impongono la tutela massima per quel collegio, impongono parimenti appunto, come obiettivo costituzionale, la difesa dell'integralità del quorum dei componenti e, dunque, anche la necessità di trovare il modo di far votare comunque 'gli impediti', perchè contagiati o in quarantena. Non si può infatti immaginare che si possa dar per scontato la loro assenza. Perchè anche questo sarebbe una violazione implicita del precetto costituzionale. Dunque, se è giuridicamente legittimo il green pass per gli elettori presidenziali, è opportuno comunque che si trovi una strada per proteggere anche chi non può votare perchè impedito".
Detto che "il quorum non cambia, ma sarebbe più difficile raggiungerlo" se ci fossero molti assenti, il costituzionalista Carlo Fusaro concorda con chi "ragionevolmente chiede di trovare delle forme per permettere di votare a chi è affetto da covid, magari votando nelle Prefetture, mantenendo invece fisso l'obbligo di Green pass per chi intende votare in presenza". Ovviamente "decide il presidente della Camera, sentito il presidente del Senato e consultati i capigruppo, ma io tenderei a individuare delle modalità di voto a distanza, fatta salva la tutela della segretezza, per farsi carico di trovare la soluzione". Quanto al dubbio su un eventuale limite alla espressione di voto per i grandi elettori senza green pass, nel caso si mantenessero le regole attuali, per Fusaro a quel punto dovrebbe essere "la Corte costituzionale, se adita da un grande elettore" a stabilire se sia stato posto tale limite.