AGI - "Da oggi cambia tutto, è arrivato il momento per i partiti di dire cosa vogliono fare". E' l'esortazione del leader di Azione, Carlo Calenda, in un'intervista alla 'Stampa'. "Qualcuno ha visto una reazione alle parole di Draghi di uno dei leader del centrosinistra? Letta, Conte e gli altri hanno paura di metterci la faccia e tengono le carte coperte. Ma ormai non si può più temporeggiare: la patria reclama che Draghi resti premier, per questa e anche per la prossima legislatura, a parer mio", sostiene.
"E i partiti ora hanno solo due strade davanti: o supportano questa disponibilità di Draghi, però assumendosi un rischio notevole nelle prime votazioni a maggioranza larga" oppure "se ritengono che Draghi debba restare a palazzo Chigi, i partiti devono impegnarsi per indicare una candidatura seria alternativa". "Io ho proposto Cartabia, costituzionalista equilibrata, capace di maneggiare una materia delicata come la giustizia", rricorsa.
"C'è lo scoglio di Berlusconi: Salvini e Meloni sono due tipi pragmatici, dovrebbero spiegargli che la sua candidatura è improponibile. Dunque, invece di perdere tempo, si dovrebbe trovare un accordo su una figura come Cartabia per il Colle e poi andare da Draghi e chiedergli di restare al governo: con un patto blindato sulle riforme, che non metta a rischio la legislatura. Se succedesse, si andrebbe a elezioni nel 2023 e dopo tornerebbe al governo Draghi", afferma. Per il leader di Azione, dunque, "qui si deve capire che il problema dell'Italia non è garantire, ma fare.
Draghi a palazzo Chigi, anche per la prossima legislatura, può voler dire un Paese che ritrovi un baricentro riformista, facendo evolvere il sistema politico. Questa la grande scommessa per il Paese" conclude Calenda, secondo cui "Draghi ha una preoccupazione, anche condivisibile: questo Paese deve trovare le sue risorse per avviare un percorso politico diverso. Piccolo dettaglio: la patria reclama che lui governi per una o due legislature, per far capire a tutti che la politica e' fare e non solo litigare".