AGI - Nulla di esplicito. Nessuna autocandidatura ufficiale. Ma è nelle parole pronunciate dal premier Mario Draghi, rispondendo alle domande su Quirinale, governo e maggioranza, che i leader 'leggono' l'intenzione (o quantomeno l'aspirazione) dell'ex governatore della Bce di trasferirsi da palazzo Chigi al Colle più alto.
Uno scenario che scatena l'agitazione, nella convinzione che senza Draghi alla guida, il governo non andrebbe avanti. E, invece, per la maggior parte dei partiti, l'esecutivo deve proseguire la sua opera fino alla scadenza naturale della legislatura, ovvero nel 2023. E' una convinzione che accomuna un po' tutti, dal Pd alla Lega. Insomma, la parola d'ordine è "continuità". va scongiurato il rischio di elezioni anticipate, è il ragionamento, prospettiva che viene data per inevitabile con il 'trasloco' del premier.
Le differenze di linea si evidenziano, invece, sull'ipotesi concreta che possa essere il nome di Draghi quello da votare quale successore di Sergio Mattarella. Tutti i leader, del resto, sono ben consapevoli che Draghi non può essere eletto da una maggioranza spaccata e soprattutto 'risicata'. I dem non si mettono di traverso, ma sembrano voler lasciare aperto uno spiraglio.
Di tutt'altro avviso Lega e Forza Italia. Non si espone il Movimento 5 stelle, che resta però cauto.
Più che l'espressione "sono un nonno al servizio delle istituzioni", a sollevare interrogativi nei partiti sono tre le frasi 'incriminate' pronunciate da Draghi: "E' essenziale che la legislatura vada avanti fino al suo termine naturale per continuare l'azione di contrasto alla pandemia, di rilancio della crescita, l'attuazione del Pnrr". Poi, "abbiamo creato le condizioni perchè l'operato del governocontinui indipendentemente da chi ci sarà". E, soprattutto: "Chiedo alle forze politiche se è immaginabile una maggioranza che si spacca sull'elezione del presidente della Repubblica e poi si ricompongamagicamente quando è il momento di sostenere il governo. È una domanda che dobbiamo farci".
Tra i primi a commentare a caldo è il leader di Azione, Carlo Calenda: "Solo con un impegno forte e unitario dei partiti e l'assicurazione di un sostegno convinto per un ambizioso patto di fine legislatura, riusciremo a tenere Draghi alla guida del governo".
A pochi minuti dal termine della conferenza stampa di fine anno di Draghi, è la Lega a scoprire le carte, facendo trapelare "preoccupazione per eventuali cambiamenti che potrebbero creare instabilità".
A stretto giro fonti del Nazareno esplicitano "l'auspicio che la legislatura vada avanti fino alla sua scadenza naturale, con una continuità nell'azione di governo".
Non è da meno Forza Italia, che si augura che "l'azione del governo possa proseguire nei prossimi mesi con la necessaria continuità". Anche per i 5 stelle è necessario garantire la "continuità", perchè "c'è ancora tanto lavoro da fare: è appena stato rinnovato lo stato d'emergenza e i dati sui contagi preoccupano tutti gli italiani".
Fin qui si lasciano parlare le 'fonti'. Poi, via via che scorre la giornata e si fa l'ermeneutica del discorso di Draghi, escono allo scoperto i leader: "Questo governo rappresenta una esperienza di grande successo e vorremmo continuasse, senza scossoni, sino alla fine della legislatura", dice Silvio Berlusconi facendo gli auguri agli eurodeputati.
"Il Paese sta attraversando momenti difficili. Ogni incognita è un rischio. La stabilità è un valore aggiunto", scandisce Matteo Salvini, che aggiunge: "Senza Draghi al governo non v'è certezza rispetto al futuro. Solo lui ha l'autorevolezza per guidare questa maggioranza".
Per Giorgia Meloni "più che una conferenza di fine anno quella di Draghi è sembrata una conferenza di fine mandato".