AGI - "Abbiamo deciso la chiusura degli scali da sette paesi africani ma serve una riflessione più ampia non solo sugli ingressi in Italia dagli areoporti ma anche dai porti".
Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, parlando con l'AGI si dice "preoccupato" per il fenomeno dei migranti e "ancor più preoccupato" per la sua gestione durante l'emergenza Covid, a maggior ragione dopo le notizie di una nuova variante che giunge da alcuni paesi africani, non solo del sud del continente.
È di oggi la notizia che la prima contagiata dalla variante Omicron ha viaggiato in Egitto passando per la Turchia. Ma sia a livello europeo che a livello italiano, afferma il sottosegretario, "manca una visione per gestire i flussi di migranti".
"C'è un tema grande come una casa di immigrazione, uno dei veri grandi problemi di questo periodo" spiega Molteni. "In queste ore c’è una nave tedesca passata da acque libiche e maltesi che sbarca i suoi migranti in un porto italiano".
Il sottosegretario lancia l'allarme e nota che si tratta di "numeri allarmanti, anche drammatici". "Quest'anno siamo arrivati a 63.000 ingressi, 9000 solo a novembre e di questi 15.000 sono arrivati dalla da Tunisia e 7000 dall'Egitto".
"A maggior ragione a fronte della nuova variante sudafricana - prosegue Molteni - credo ci debba essere una particolare attenzione al fenomemo migranti via mare e via terra".
Per il sottosegretario della Lega "siccome assistiamo a una totale inerzia europea verso gli arrivi nei paesi di primo approdo, ora serve una visione nazionale di gestione del fenomeno". E questa visione, taglia corto, "non c’è e io sono preoccupato".
Molteni ricorda di aver "compartecipato orgogliosamente alla stesura dei decreti Sicurezza Salvini, segnalo che 63.000 sbarchi (di cui 40.000 autonomi e 9.000 portati da ong) sono numeri che preoccupano in tempo ordinario e preoccupano ancora di più in tempi straordinari di pandemia".
"L'arrivo di 63.000 migranti irregolari in un anno di pandemia deve fare riflettere, serve una risposta solidale europea non c’è e non c’è nemmeno una risposta nazionale. Sbarca chiunque" dice Molteni, che nota come i flussi "non toccano solo più Tunisia e Libia ma anche il Mediterraneo orientale".
Dunque "se si bloccano le rotte aeree da sette paesi africani per contenere giustamente la nuova variante, poniamoci il problema delle rotte via mare e terra. Un filtro come quello messo in atto da Salvini si deve fare, a maggior ragione in epoca di pandemia".