AGI - “Il Parlamento è il tempio della democrazia”. Sergio Mattarella interviene con una prolusione alle Cortes di Spagna, durante la sua visita di Stato a Madrid, e sottolinea la centralità del Parlamento nelle democrazie continentali, e il pensiero di tutti va ai prossimi, difficili, banchi di prova del Parlamento italiano: l’approvazione della manovra, le riforme del Pnrr e l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
Il luogo è denso di storia e rammenta che nessuna conquista è guadagnata per sempre; qui quarant’anni fa il colonnello Antonio Tejero tentò un colpo di stato e fu l’intervento del re a salvare la giovanissima democrazia.
Ed è proprio nel Parlamento che “risiede la libertà di un popolo”, scandisce Mattarella dallo scranno della Presidenza, accolto da un lunghissimo applauso dei parlamentari spagnoli.
Il Capo dello Stato ricorda quanto sia fondamentale ogni assemblea nazionale, alla vigilia di un appuntamento centrale per istituzioni e politica italiane: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica a gennaio. Mentre i partiti studiano strategie e tattiche, con la tentazione di procedere per schieramenti contrapposti, con il rischio di impantanarsi in un gioco di specchi tra imboscate e franchi tiratori, il Presidente, che ha appena ribadito la sua indisponibilità a un bis al Quirinale, ricorda i due ingredienti principali per una decisione di alto profilo: “il confronto tra diverse visioni” e l’obiettivo del “bene comune”.
Perché il confronto “è essenza della democrazia e affermazione dello Stato di diritto, perché iscritto entro i limiti e le garanzie della Costituzione. Punto di incontro di tutti i cittadini e - al tempo stesso - punto di partenza per garantire pace sociale, benessere e sviluppo”.
Una sottolineatura, questa, tanto più importante nelle settimane in cui comincia la sessione di bilancio e prosegue il varo delle numerose riforme necessarie alla attuazione del Pnrr. “Tocca ai Parlamenti colmare il divario tra la traiettoria segnata dalle aspirazioni racchiuse nei testi costituzionali e le condizioni reali, attraverso il confronto politico. Si tratta di un compito arduo e appassionante” richiama il Presidente.
“La lunga esperienza di membro del Parlamento – ricorda il Capo dello Stato - ha consolidato le mie convinzioni sulla insostituibile centralità della funzione parlamentare nello sviluppo di una società nazionale" e nei necessari organismi multilaterali.
E ampliando lo sguardo ai temi che stanno scuotendo la Ue, per Mattarella “stiamo attraversando un periodo di grandi trasformazioni, di imperiosa crescita della tecnologia, di rinnovate tensioni al livello planetario e di crisi ai nostri confini. Un periodo nel quale sarà decisivo mantenere costante l’attenzione sulla salvaguardia dei diritti, delle libertà e delle tutele, faticosamente conquistate a partire dal secolo scorso”. Non bisogna abbassare la guardia dunque su libertà e diritti che “sono temi che i Parlamenti nazionali, unitamente all’Assemblea di Strasburgo, dovranno considerare al centro della propria agenda”.
L'Europa dovrà poi "essere all'avanguardia" anche nella tutela dei diritti digitali dei cittadini e della loro privacy, perché la persona, cittadino e lavoratore, deve essere al centro della transizione e dei processi di innovazione sociale.
Di questi temi Mattarella si occupa nella seconda e ultima tappa della sua visita di Stato, al simposio Cotec di Malaga, facendo notare che "la sovranità, la sovranità europea - una 'nostra' sovranità - in campo tecnologico e digitale è in proposito determinante.
L’esigenza che diventa ogni giorno più pressante". E su questa strada con il Next generation Ue "abbiamo compiuto un passo nella giusta direzione".
Infine il Presidente, congedandosi dopo sette anni dal 'club' del Cotec, rivolge un invito che pare voler abbracciare una platea molto più ampia di quella che lo ascolta a Malaga: "non cedere mai alla tentazione di restringere la nostra azione nell’ambito di recinti" e "continuare sempre nella ricerca di nuove prospettive, di nuovi spazi, di nuovi orizzonti che ci facciano avanzare nel segno dell’integrazione, dell’inclusione e quindi di un progresso autentico".