AGI - Cresce il pressing delle Regioni sul 'modello Austria' contro i no vax, ma il governo frena. La preoccupazione legata all'aumento dei casi Covid in Italia e il timore che proprio a ridosso delle festività di Natale o, comunque, subito dopo la situazione si possa aggravare con l'ipotesi di nuove restrizioni allarma i governatori, che chiedono al governo di non scartare a priori, anzi di prenderla in considerazione, la possibilità di prevedere sul territorio nazionale misure rstrittive valide solo per i non vaccinati.
E mentre si discute della proroga dello stato di emergenza, in scadenza il 31 dicembre (data quasi per certa nella maggioranza) e di eventuali modifiche alle norme sul green pass (ad esempio l'eliminazione della validità dei tamponi rapidi ai fini del rilascio della certifcazione verde, o la riduzione dei tempi della validità stessa dei tamponi), misure al momento escluse dall'esecutivo, tra le forze politiche e soprattutto tra chi ha responsabilità di governo sui territori si ragiona su possibili interventi per scongiurare nuove chiusure qualora la situazione contagi dovesse arrivare ai livelli di allarme.
A spingere sono in particolar modo i governatori di centrodestra. Per il presidente della Liguaria Giovanni Toti "probabilmente bisognerà intervenire su durata e utilizzazione del green pass. Si può condizionarlo con un regime a 'due velocita'': il certificato verde vale per tutti gli usi ad oggi concessi solo se ottenuto con la doppia dose di vaccino, non con il tampone".
Chi si è protetto non può pagare per chi non lo ha fatto. Siamo di fronte alla pandemia dei non vaccinati, dovranno essere loro a subire eventuali nuove restrizioni. La pensano così molti colleghi presidenti di Regione, di destra e sinistra, perché il buonsenso non ha partito.
— Giovanni Toti (@GiovanniToti) November 16, 2021
Insomma, "chi non si è vaccinato, con il tampone potrà solo accedere ad attività essenziali alla sopravvivenza", conclude Toti. "Anziché tornare a chiudere in maniera generalizzata, meglio il lockdown dei non vaccinati", afferma in un'intervista l'assessore alla Sanita' della Regione Lazio Alessio D'Amato.
"Se ci sono restrizioni siano per tutti tranne che per i vaccinati", incalza il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Dello stesso avviso il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto: "Concordo con Fedriga e Toti, se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati".
È categorico il governatore lombardo: "Non si pensi a restrizioni per i vaccinati", dice Attilio Fontana. "E' una situazione insostenibile, l'85% degli italiani ha creduto nella scienza e no puo' pagare ora il prezzo delle chiusure", ribadisce Fedriga in una conferenza stampa, annunciando che "giovedì discuteremo in conferenza regioni eventuali misure restrittive", come ad esempio "se un territorio dovesse passare di colore i vaccinati avranno maggiore liberta' rispetto ai non vaccinati".
Se ci dovessero essere "nuove restrizioni non potranno essere pagate da coloro i quali sono vaccinati. Perche' sarebbe un'ingiustizia profonda", osserva Alberto Cirio, governatore del Piemonte. Il tema prende piede anche tra i partiti e una parte della maggioranza apre all'ipotesi sponsorizzata dalle Regioni. "In caso di nuove limitazioni o di passaggi di colore il governo applichi le restrizioni solamente a chi pur potendosi vaccinare non lo fa", afferma Licia Ronzulli di Forza Italia.
"Mi piacerebbe che l'Italia adottasse lo stesso modello dell'Austria: in lockdown vada chi non ha fatto il vaccino", è la linea di Matteo Renzi. Nel Pd si invita a non precipitare e poi, c'è chi fa osservare tra i dem, si rischierebbero scelte incostitzionali. Dunque, meglio insistere sulla campagna vaccinale e convincere gli indecisi. Ma è chiaro, osserva ad esempio Francesco Boccia, "che se i 7 milioni di non vaccinati oggi vaccinabili passeranno l'inverno senza copertura determineranno un appesantimento delle reti sanitarie che danneggera' tutti, trascinando l'intero Paese a Natale in rosso".
Chiede cautela e stop allarmismi il leader leghista Matteo Salvini, contrario al modello Austria e a qualsiasi nuova stretta: "Io mi rifiuto di pensare a nuovi lockdown. La gente per spendere ha bisogno di fiducia non possiamo continuare a terrorizzare il Paese, restituiamo un po' di speranza. Smettiamo di terrorizzare gli italiani".
Salvini insiste: "L'impegno su cui stiamo lavorando è per non chiudere, non restringere, non proibire per nessuno". Il governo "non sta pensando a nuove restrizioni", assicura la ministra Mariastella Gelmini. "Al momento il governo monitora con grande attenzione l'andamento dei contagi, sollecita l'inoculazione della terza dose, il rispetto del distanziamento e sono state assunte anche delle decisioni per quanto riguarda i mezzi di trasporto. Per adesso ci fermiamo qui".
Aggiungendo tuttavia: "E' evidente che siamo anche nei mesi più difficili e valuteremo strada facendo se ci sarà bisogno di cambiare l'assetto regolatorio che ci siamo dati".