AGI - Si tinge di un blu che sfuma nel verde il nuovo simbolo di Azione, presentato il 26 ottobre da Carlo Calenda nella sede della Stampa Estera a Roma. Un cambiamento per sottolineare la vocazione 'green' del partito “lanciato con il Piano ambiente, che è un tema su cui si fa il tasso di retorica più alto”, e allo stesso tempo, per accompagnare quella che l’ex ministro ha battezzato come “seconda fase”, dopo il sorprendente exploit alle elezioni per il Campidoglio, dove la lista che sosteneva la candidatura dello stesso Calenda a sindaco è risultata prima, con il 20% dei consensi.
L’orizzonte indicato dal leader di Azione, ora, torna ad essere quello della politica nazionale, nei cui equilibri il partito risulta certamente rafforzato rispetto a prima. “Oggi – spiega - inizia la seconda fase per Azione, che parte dal risultato della lista civica a Roma, che è risultata prima lista mettendo insieme elettorati compositi. Abbiamo fatto un lavoro serio, coerente, di qualità, affrontando i temi senza infingimenti. Oggi la grande sfida è andare oltre Roma e farlo con la stessa metodologia. Ci sarà un grande tour in Italia che parte dal Veneto. Il 28 ottobre sarò tra Padova, Vicenza, Venezia, che è il mio collegio elettorale e per questo è giusto dargli importanza”.
Il futuro è "Draghi dopo Draghi"
Non a caso, la parola d’ordine lanciata da Calenda per le prossime scadenze dell’agenda politica si può sintetizzare nella formula “Draghi dopo Draghi” evocata più volte nel corso della conferenza stampa, con l’attuale premier che, nello schema auspicato dall’eurodeputato, resterebbe a Palazzo Chigi per cementare l’alleanza tra le forze riformiste, con l'emarginazione di quelle populiste, e l’approdo al Quirinale di una figura europeista che conosca bene il Pnrr (il nome fatto oggi è quello di Paolo Gentiloni).
“Io sono amico di Enrico Letta, lo stimo, ma trovo che questa idea dell'Ulivo è guardare la politica dal retrovisore. Guarda a M5s e sbaglia – ha proseguito – Berlusconi ribadisce che va con i sovranisti quando il suo partito in Europa è nel Ppe. Io dico loro di spezzare questa dipendenza: Draghi è uno straordinario veicolo per farlo. Abbiate coraggio, ci vuole una larga coalizione di persone serie anche nella prossima legislatura, non di populisti”. Lo strumento migliore per arrivare allo scopo, per Calenda, sarebbe una legge elettorale simile a quella in vigore per l’elezione dei sindaci, col doppio turno, ma in mancanza dei numeri in Parlamento si accontenterebbe di un sistema proporzionale, con uno sbarramento al 5%.
Sì al dialogo con il nuovo sindaco di Roma
Quanto a Roma, Calenda, pur ribadendo di voler rimanere all’opposizione, ha fatto sapere di voler aprire col neo sindaco del Pd Roberto Gualtieri (per il quale aveva annunciato di votare al ballottaggio contro Enrico Michetti) un canale di comunicazione: “Nei prossimi giorni - ha annunciato - chiederò al nuovo sindaco Gualtieri un confronto sui temi di programma”.