AGI - “Una donna vergognosa che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia e che è Liliana Segre, dovrebbe sparire”: è la frase pronunciata oggi in piazza Maggiore da uno dei manifestanti no Green pass che ha parlato al microfono durante il presidio a Bologna.
Alla manifestazione hanno preso parte migliaia di persone che sono poi sfilate in corteo sotto la sede della Regione Emilia Romagna e della Rai. Nel corso della protesta non si sono levate dal corteo altre frasi ingiuriose indirizzate alla senatrice a vita.
Bersagli verbali dei no Green pass sono stati, invece, a più riprese il premier Mario Draghi e anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Immediata la reazione delle istituzioni e del mondo politico.
"Inaccettabili e vergognosi gli insulti alla senatrice Liliana Segre, una donna straordinaria che con coraggio - ha sottolineato il presidente del Senato, Elisabetta Casellati - attraverso tutta la sua vita, ha testimoniato la necessità di opporsi alla discriminazione e alla violenza, a tutela dei diritti di tutti".
Il presidente della Camera Roberto Fico è intervenuto con un post su Twitter: "Le parole d'odio su Liliana Segre sono una orribile macchia che segna questa giornata. A lei la vicinanza mia e di Montecitorio".
"Non sono persone normali quelle che insultano Liliana Segre dal palco dei No Green Pass di Bologna. Sono espressione di una patologia sociale, di ignoranza, incivilta', di rabbia animale. Mi auguro che intervenga la magistratura, queste espressioni minacciose sono un insulto a tutti noi - ha scritto il deputato dem Emanuele Fiano, della presidenza del gruppo Pd alla Camera - chiunque ha responsabilità politiche e istituzionali in questo Paese, ad ogni livello, dovrebbe condannare queste parole ed isolare costoro dal consesso civile senza mai offrire la benché minima sponda. Il dissenso è il sale della democrazia la violenza verbale è l'inizio della sua fine".