AGI - "Sul Green Pass serve pacificazione". Senza enfasi, ma richiamandosi alla logica dei numeri, nei panni stavolta di un "buon ragioniere", Beppe Grillo fa sentire la sua voce per prendere posizione in favore dei tamponi pagati dallo Stato ai lavoratori non vaccinati.
Una soluzione dunque che, almeno nei fatti, lo colloca accanto alle posizioni di parte del centrodestra.
"I lavoratori senza vaccino - sono i conti del 'rag. Grillo' - potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13%-15% circa. Se lo Stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021.
"Questi lavoratori potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui green pass, e Inps che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano. L’incrocio tra questi due dataset, con autorizzazione del garante, permetterebbe a Inps di segnalare nel cassetto aziendale i lavoratori senza Green pass a cui fare il tampone, e si dovrebbe prevedere nel cassetto aziendale un riconoscimento di un bonus sotto forma di sgravio contributivo, in modo che il costo del tampone sia solo anticipato dall’azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali".
"Questo meccanismo, che - annota ancora il Garante M5s - non invaderebbe la privacy se non nei limiti strettamente necessari, con verifica di impatto, e dati trattati nel rispetto del Gpdr, e comunque senza conseguenze alcuna per i lavoratori, se non ai fini di pagare il costo del tampone, avrebbe il doppio vantaggio: uno, di essere veloce, evitare file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente - osserva ancora Grillo - ai lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà, e due, di essere gratuito per i lavoratori, e di individuare il costo e coprirlo con un bonus apposito, pagato dallo Stato".