AGI - Nessun dubbio sulla natura del blitz di Forza Nuova alla Cgil: "È fascismo". Enrico Letta risponde così a Giorgia Meloni dopo che la leader di Fratelli d'Italia aveva sollevato il tema della matrice del blitz contro la sede nazionale della Cgil. Quella di Meloni è stata, per Letta, "una frase infelice, un gravissimo errore" con cui "ha riportato le lancette dell'orologio indietro: questo è squadrismo fascista e chiunque dovrebbe condannarlo. Punto", spiega il segretario dem intervistato da Massimo Giannini nel corso del web-talk Mezz'Ora al Massimo. Anche perché, per il leader dem, "quanto fatto alla Cgil non c'entra niente con il Green pass".
È anche per questa ragione che Letta torna a chiedere la fine di ogni ambiguità della destra sulla condanna del fascismo e dei suoi rigurgiti. "Mi colpisce questo ritorno a una discussione e a un dibattito pieno di nodi non sciolti. Il fatto che ancora ci siano tanti commenti che dicono 'no alla violenza fascista' aggiungendo sempre un altro concetto mi fa pensare che il tema non sia superato".
Il Partito democratico, intanto, è al lavoro per presentare la mozione per lo scioglimento di Forza Nuova. Il deputato Emanuele Fiano ha raccolto in poche ore decine di adesioni da molti parlamentari. Il rischio, tuttavia, è che la stessa mozione porti a una spaccatura delle forze parlamentari su un valore, l'antifascismo, che è fondativo della Costituzione: "Non vogliamo trasformare questo atto parlamentare in un atto di parte: la Costituzione è di tutti, stiamo tutti insieme in questa battaglia per la difesa della costituzione", avverte Letta: "Se ci costringeranno a viverla come battaglia di parte, noi faremo i difensori della Costituzione".
Per sostenere questo sforza di unità, tuttavia, il vice di Letta al Nazareno, Peppe Provenzano, rischia l'effetto boomerang. Per Provenzano, infatti, l'ambiguità sulla natura del blitz di Forza Nuova alla sede nazionale della Cgil pone Meloni e Fratelli d'Italia "fuori dall'arco democratico".
Poche parole affidate a un tweet che consentono a Giorgia Meloni e Matteo Salvini di contrattaccare: "Il vicesegretario del partito 'democratico' vorrebbe sciogliere il primo partito italiano (oltre che l'unica opposizione al governo). Spero che Letta prenda le distanze da queste affermazioni. Oppure fare fuori Fratelli d'Italia rappresenta la linea del Pd? Aspettiamo risposte", scrive sui social network la leader di Fratelli d'Italia. A insorgere assieme a Meloni è tutto lo stato maggiore di FdI, e non solo. Il senatore Giovanbattista Fazzolari, si appella al presidente del Consiglio Mario Draghi al quale chiede di "prendere le distanze" da quella che ritiene una "inaccettabile deriva" e chiede al premier di ribadire "che l'Italia non è (ancora) una dittatura, diversamente da come vorrebbe il Pd".
Un altro senatore. Antonio Iannone, chiede a Provenzano di dimettersi da vice segretario dem: "Il delirio non ha fine", scrive in una nota, "Provenzano si dimetta. Pensare di sciogliere Fratelli d'Italia è la vera idea antidemocratica che hanno della politica".
Con Meloni si schiera la Lega a cominciare dal segretario Matteo Salvini: "Il vice-segretario del Pd taccia ed eviti di dire idiozie, non è certo lui che puo' dare patenti di 'democrazia' a nessuno". Ma Salvini ne approfitta anche per intervenire sul tema del rigurgito fascista in Italia sottolineando che: "Fascismo e comunismo per fortuna sono stati sconfitti dalla Storia, e non ritorneranno. Provenzano, continua Salvini, "chieda piuttosto al suo ministro, l'inadeguata Lamorgese, come è stato possibile che poche decine di violenti, che non potevano nemmeno essere in piazza, abbiano aggredito e assaltato impunemente".
Di lì a pochi minuti arriva un nuovo tweet in cui il vice segretario dem aggiusta il tiro: "Una batteria di attacchi nei miei confronti da Fdi. Chiariamo. Nessuno si sogna di dire che Fdi è fuori dall'arco parlamentare o che vada sciolta. Ma con l'ambiguità nel condannare matrice fascista si sottrae all'unità necessaria forze dem. Sostengano la proposta di sciogliere Forza Nuova".
Il segretario dem mostra di apprezzare il chiarimento e spiega: "Dobbiamo fare di tutto per evitare di dividerci dentro il parlamento" sul tema dello scioglimento di Forza Nuova "e dobbiamo essere noi i più inclusivi. Saranno gli altri eventualmente a staccarsi. Provenzano stesso ha spiegato bene, successivamente, le sue parole e la sua volontà. Mi sento di dire a Meloni, a Salvini, a Tajani: sarebbe un errore trasformare questa vicenda in una vicenda destra-sinistra".
Di qui l'appello a tutte le forze politiche a partecipare alla manifestazione antifascista in programma sabato: "Forza Nuova è un movimento neofascista, la matrice è chiarissima ed è chiarissimo che l'antifascismo è nella nostra Costituzione. Una manifestazione contro il fascismo come quella di sabato prossimo dovrebbe unire tutti".
Altri temi su cui dividersi in parlamento e fuori, d'altra parte, non mancano, a cominciare dalla collocazione in Europa dove Letta vede "il rischio di un risollevarsi dell'onda populista e sovranista. Questa è la vera partita che si gioca nei prossimi anni", aggiunge: "Quello che dice la corte costituzionale polacca e che dicono Salvini, Meloni, Vox è che vogliono fare come la Gran Bretagna".
Rispetto a questa tendenza, rappresenta una boccata d'ossigeno per Letta e per quanti sostengono la strada verso una piena integrazione europea, le manifestazioni viste a Varsavia dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha 'bocciato' parte del trattato di adesione all'Ue: "In questi mesi, in questi anni, ho notato quasi un senso di colpa per essere a favore dell'Europa. Non c'è da vergognarsi. La battaglia che io faccio è per l'Europa dei diritti sociali. La foto di ieri, se non ci fosse stato l'attacco alla Cgil, sarebbe dovuta essere la piazza di Varsavia coperta da bandiere europee".