AGI - “Dopo che mi sono sentito dare del leghista da persone che sedevano con me in Cdm e che sanno bene chi sono e qual è la mia storia non mi stupisco più di niente. Ma l'atteggiamento di Gualtieri e del Pd è insopportabile, un modo di interloquire davvero immaturo: prima mi offendi e poi, senza nemmeno parlarmi, dici che ti aspetti il mio sostegno al ballottaggio”.
È irremovibile il leader di Azione Carlo Calenda, che in un’intervista a La Stampa chiede a Gualtieri, in vista del ballottaggio fra due settimane “una garanzia precisa”, ovvero che “nella sua eventuale giunta non ci siano esponenti 5 stelle: il Movimento è stato nettamente bocciato dai romani e non può tornare a governare la città. Punto”.
Per Calenda è la condizione imprescindibile, oppure “vuol dire che non dichiarerò il mio voto, perché lo considererei un voto buttato, al pari di quello per Michetti, che non ha uno straccio di programma e dal quale sono molto distante”. Calenda in ogni caso a votare ci andrà, “ma senza dire pubblicamente per chi”.
E a Letta Calenda suggerisce di “non fare l'errore di leggere il risultato di queste elezioni comunali nell'ottica delle prossime politiche. Ora lui deve fare una scelta: decidere se continuare ad andare dietro a un Movimento morto oppure guardare a un'alternativa”, conclude il leader di Azione.