AGI - Per la prima volta dopo 35 anni di sindaci Invernizzi, il Comune più piccolo d'Italia, Morterone, ha un primo cittadino non solo con un cognome diverso da quello di quasi tutti nel Paese ma anche non residente.
In controtendenza coi dati generali, l'affluenza è stata alta. Sono andati a votare in 22 su 27 con diritto al voto (altri due abitanti sono minorenni) e ha vinto l'avvocato lecchese Dario Pesenti, 52 anni, che ha sconfitto 12 voti a 9 (uno è stato ritenuto nullo) lo sfidante del Partito Gay Lgbt+, il 32enne imprenditore di Villa d'Adda, Andrea Grassi.
L'esito delle Comunali minuto per minuto
A riferire all'AGI l'esito delle elezioni è lo sconfitto che però annuncia ricorso al Tar "perché Pesenti ha depositato con mezz'ora di ritardo la sua candidatura in Municipio". La Commissione elettorale aveva comunque accolto la candidatura ma solo ora che il sindaco è stato eletto c'è spazio per il ricorso all'organo della giustizia amministrativa.
Le elezioni sono state molto combattute, da molto tempo in paese non si registravano così alte percentuali di voto ed è stato smentito chi temeva l'astensionismo determinato dalla presenza di candidati 'forestieri'. Quasi tutti gli abitanti del Comune in provincia di Lecco, mille metri in altura sotto al monte Resegone, hanno voluto esprimere la loro preferenza.
Anche la composizione del consiglio comunale, sempre che il Tar non cancelli l'esito, costituirà una pagina inedita per Morterone. Per la prima volta, nessun residente o persona che ha una seconda casa a Morterone siederà nell'assemblea comunale che sarà composta da consiglieri per lo più lecchesi della lista 'Morterone Insieme' con la presenza di minoranza dei rappresentanti del Partito Gay Lgbt+. "È andata comunque bene - afferma Grassi - intanto entriamo in un consiglio comunale, ed è la prima volta, seppure come minoranza".
"Il contatto diretto con le persone più che la campagna aggressiva dei nostri avversari ha pagato - dichiara il neosindaco all'AGI - Il ricorso? Siamo tranquillissimi, ci è già stata data ragione una volta".