AGI - "Un momento quasi storico" per Milano, con il "centrosinistra che non aveva mai vinto al primo turno dal 1993, da quando il sindaco viene eletto con questa modalità". Sono le prime parole di Beppe Sala, nella sede del comitato elettorale, che si riconferma alla guida della città, staccando lo sfidante del centrodestra Luca Bernardo, quando i dati sono ancora parziali, con una forbice di 20 punti percentuali.
Il sindaco si dice "felicissimo", dedica questa vittoria alla madre scomparsa nell'agosto del 2020, e spera "sia un grande successo" per lui "e per Milano". "Non sarei sincero se dicessi che non me lo aspettavo - ammette - Non un mese fa magari, ma negli ultimi giorni, parlando con la gente, avevo capito che c'era la possibilità di fare questo grande risultato".
Quanto all'astensionismo, a Milano l'affluenza è stata del 47,7% (nel 2016 al primo turno era stata bollata come la peggiore di sempre ed era il 54,6%, al ballottaggio fu ancora più bassa, 51,81%) il sindaco precisa che a mancare alle urne non sono stati i suoi elettori.
"Rispetto al primo turno di cinque anni fa, ho preso 40-50 mila voti in più. Non si è astenuto chi crede in me e in questa idea di città italiana ed europea che porta avanti un disegno preciso". E proprio per realizzare le prossime importanti sfide che attendono Milano, nei prossimi 5 anni "che saranno i più difficili della storia della città" e in particolare per uscire dalla pandemia, gestire i fondi del Pnrr e arrivare pronti alle Olimpiadi Pnrr che Sala assicura il coinvolgimento di tutti i milanesi che lo vorranno.
"Queste cose non si fanno da soli. La mia promessa è essere il sindaco di tutti, troverò le formule per far partecipare a tutti. Questo credo sia il vero segreto per uscirne bene". Al leader della Lega, non risparmia qualche frecciata.
"Penso che Salvini sia il responsabile principale del risultato del centrodestra. Da quanto abbiamo capito ha gestito lui il processo di scelta, è stato martellante a Milano con i suoi proclami, fino a tre settimane dal voto diceva anche che qui avrebbero stravinto. Quindi - è la conclusione - Salvini non conosce abbastanza bene la città".
La lezione che si può trarre da queste elezioni è che la destra è forte finché non la guardi da vicino, poi scopri le sue debolezze. C'è già una scorsa a scaricare i candidati. Ma è una cosa sbagliata, sono stati scelti da qualcuno. Questo è un giochino poco milanese che non funziona".
Contro i comizi urlati il centrosinistra milanese ha portato avanti un modo diverso di fare politica che il sindaco rivendica con orgoglio. "Può venire fuori una lezione politica importante per il Paese, sia nei modi che nella sostanza".