AGI - A tre giorni dalla chiusura dei comizi in vista del primo turno delle amministrative per il Campidoglio, deflagra lo scontro tra Carlo Calenda e il Pd.
L'ex ministro dello Sviluppo economico, in corsa come civico per il Comune anche con l'appoggio di Italia Viva, da mesi ha ingaggiato un'aspra contesa verbale con il Pd romano sostenendo la sua classe dirigente sia da cambiare da cima a fondo.
Quello stesso partito che, lo scorso autunno, in un contesto politico differente, per un breve momento aveva accarezzato l'idea di sostenere la corsa del leader di Azione.
Le accuse dell'ex ministro
Ora arriva l'attacco di Calenda: "Il Pd sta facendo circolare su delle liste broadcast, in spregio alle normative, un sondaggio affidato ad una agenzia sconosciuta che ovviamente dice che Gualtieri è Obama. E' solo l'ultimo episodio. Gli attacchi fatti da molti dirigenti fatti per gli apprezzamenti che mi ha rivolto Giorgetti".
Per Calenda la vicenda dimostra che "le persone che controllano il vertice del Pd romano, Bettini, Astorre e Mancini, sono un problema".
L'ex ministro parla di "atti tra il colpo basso e la disperazione". Mentre, rivolto al candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri, sottolinea: "E' inutile che dici non mi interessa polemizzare con Calenda e poi mandi avanti quattro scherani. Sei una persona capace e perbene, non c'è bisogno di farti prendere la mano da questa gente". E' in preparazione un esposto all'AgCom sulla vicenda.
La replica dem
La replica del Pd romano tramite il suo rappresentante legale Renato Palmisano: "Non capiamo sulla base di quale presupposto Carlo Calenda provi a minacciare di fare un esposto contro il Partito democratico di Roma per un sondaggio di cui è entrato in possesso surrettiziamente e che non è stato divulgato in alcun modo dal Pd di Roma. Si tratterebbe di quella che in gergo si definisce lite temeraria".
E ancora: "Se i dati del sondaggio commissionato dal Pd Roma - secondo le regole - non piacciono a Carlo Calenda, non possiamo farci nulla. Saranno gli elettori, domenica, a dire la loro".
La disputa tra Calenda e i dem romani, di fondo, riguarda la contesa di uno spazio elettorale attiguo.
Nei giorni che precedono il voto, con il candidato del centrodestra Enrico Michetti dato in testa dalle rilevazioni ma apparso in affanno, tutti i contendenti provano a strappare il consenso del maggior numero di indecisi.
Raggi contro Michetti
La stessa sindaca Virginia Raggi da alcuni giorni ha spostato il tiro dei suoi attacchi da Gualtieri a Michetti. Oggi il M5s incalza: "Michetti scappa dai confronti, non ha uno straccio di idea per Roma. E' il candidato perfetto per Salvini e Meloni, ma anche loro iniziano a ripensaci capendo l'errore fatto...".
La replica più diretta a Calenda è arrivata da Goffredo Bettini, il king maker delle passate stagioni del centrosinistra romano. "Per tutta la campagna elettorale Calenda ha cercato di attaccare briga con me. Non gli ho mai risposto. Per non fargli pubblicità. Oggi ritorna a offendere con un video. Sono i suoi ultimi rantoli", spiega Bettini. "Invito le mie amiche e i miei amici - aggiunge - che mi hanno seguito nelle mie battaglie su Roma e che mi stimano, di non votarlo. Anche perché domenica per lui sarà tutto finito".
Duro anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando: "Penso sia abbastanza evidente che a Roma la destra si sia resa conto di aver sbagliato il candidato e la Lega ha deciso di sostenere Calenda. E' poco interessante discutere se Calenda sia o meno di destra, è più obiettivo riconoscere che Calenda oggi è il candidato della destra e della Lega in particolare".
Insomma, uno scontro frontale in piena regola. Non esattamente il miglior viatico per il dialogo che potrebbe aprirsi lunedì sera tra le parti. Se Gualtieri dovesse arrivare al ballottaggio, uno scenario plausibile, ha già detto che non intende fare apparentamenti ma chiedere il voto agli elettori che al primo turno hanno votato per la sindaca del M5s e proprio per Calenda.