AGI - L'Unione europea senza una politica estera, di sicurezza e di difesa è "incompleta". Sergio Mattarella torna a sollecitare la strada della politica estera di sicurezza e difesa comune della Ue, proprio nel giorno in cui la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha proposto "un'Unione europea della difesa" che allarghi la cooperazione anche nel campo dell'intelligence.
Il caso Afghanistan è stato dirimente: "come pochi anni addietro il caso, tuttora aperto, della Siria, ha plasticamente raffigurato una Unione incompleta che ha bisogno ineludibile di costruire - e aggiungo rapidamente - una propria autonoma credibilita' nell'ambito delle relazioni internazionali" ha detto il Presidente della Repubblica nell'intervento al vertice di Arraiolos che riunisce 15 Capi di Stato non esecutivi della Ue.
Per il Presidente "è ineludibile, quindi, definire quella che e' stata chiamata la 'bussola strategica' per fare dell'Europa un attore protagonista e non un comprimario nella comunità internazionale, delineando una prospettiva strategica nell'ambito della cui cornice si inquadra la politica di sicurezza".
Ampliando lo sguardo Mattarella spiega: "Credo che si possa dire che l'Unione non può restare nelle attuali condizioni: o si completa il suo edificio o si rischia che venga meno, con tutto ciò che ci ha consegnato, di pace, di diritti, di prosperità".
Se non si vuole che l'edificio europeo crolli, serve "anche la definizione di una politica estera comune e lo sviluppo congiunto di capacità nel settore di sicurezza e difesa" ha ribadito il Capo dello Stato per la terza volta in pochissimi giorni. Un tema più volte sollevato dal Presidente ma tornata prepotentemente d'attualità dopo le immagini dell'areoporto di Kabul.
"Anche in questa visione, l'Unione si pone in piena complementarietà con la Nato, rafforzando il suo ruolo di produttore di sicurezza" ha sottolineato il presidente da sempre europeista e atlantista. "Accrescere le nostre capacità, fare dell'Unione un attore più credibile è importante per l'Europa e, vorrei aggiungere, lo è anche per gli Stati Uniti, in un mondo sempre più caratterizzato dal protagonismo di grandi soggetti internazionali. La presenza efficace tra questi dell'Unione Europea rafforza il rapporto transatlantico anche nel dialogo con gli altri interlocutori".
Dunque, ha detto il Capo dello Stato rivogendosi ai presidenti di 13 paesi europei, tra i quali il tedesco Steinmeier e l'irlandese Higgins, ma anche l'ungherese Ader e il finlandese Ninisto, è ineludibile definire quella che è stata chiamata la "bussola strategica" per fare dell'Europa un attore protagonista e non un comprimario nella comunità internazionale, delineando una prospettiva strategica nell'ambito della cui cornice si inquadra la politica di sicurezza".
"Pensiamo - ha concluso - in che condizione potremmo essere oggi se l'Unione avesse proseguito in tema di difesa sulla strada delineata al Vertice di Helsinki di ventidue anni fa, dove si era concretamente definito un Corpo di intervento operativo di sessantamila unita'".
Von der Leyen: serve dare stabilità
"Occorre un'Unione della difesa" perché "l'Europa può e deve fare di più per conto proprio" per "dare più stabilità al nostro vicinato e nelle altre regioni", ma anche nello scenario globale dal momento che "se non si interviene in tempo nelle crisi all'estero, le crisi arriveranno da noi". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione all'Europarlamento. La presidente ha anche annunciato che la Commissione "sta lavorando con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a una nuovo dichiarazione congiunta Ue-Nato da presentare entro la fine dell'anno".