AGI - Avanti rapidi, decisi e solidali nella prosecuzione della campagna vaccinale, perchè solo così si potrà superare la crisi sanitaria, economia e sociale legata alla pandemia. Mario Draghi interviene al Forum interreligioso del G20 a Bologna e torna a ribadire che "per sconfiggere la pandemia, la campagna di vaccinazione deve procedere spedita ovunque. Solo così potremo salvare vite, frenare il contagio, evitare l’emergere di pericolose varianti". Tuttavia, aggiunge il premier, "a oggi soltanto il 2% della popolazione dei Paesi più poveri ha ricevuto almeno una dose di vaccino – a fronte del 42% della popolazione mondiale".
Le case farmaceutiche hanno promesso di fornire entro la fine di quest’anno 1,3 miliardi di dosi a prezzi calmierati per gli Stati a basso e medio reddito, altri 2 miliardi saranno distribuiti entro il 2022 e la Ue donerà almeno 100 milioni di dosi entro il 2021 attraverso COVAX. "Ma non basta, contina Draghi, perchè adesso è "necessario che le dosi raggiungano chi ne ha bisogno", altrimenti le conseguene potranno essere drammatiche.
"Dopo il trauma della pandemia, l’economia mondiale è di nuovo in crescita - ribadisce il premier - ma la ripresa non coinvolge tutti allo stesso modo: mentre la maggior parte dei Paesi del G20 recupererà il terreno perduto durante la crisi sanitaria entro il 2022, questo non avverrà per due terzi degli Stati più fragili. E "le conseguenze per i più poveri rischiano di essere drammatiche".
Al Forum interreligioso del G20 Draghi si sofferma anche sulla crisi afghana "un paese verso il quale abbiamo un obbligo morale", dice. Il premier lancia un nuovo invito al'Unione europea affinchè faccia la sua parte sul piano dell'accoglienza: I 27 non devono "ignorare il dramma di queste persone, ne' la portata storica di questi eventi"., aggiunge. "Dobbiamo dimostrare di essere all'altezza di questa crisi e dei valori che diciamo di rappresentare - ha aggiunto Draghi - E' anche sull'accoglienza, e non solo sull'economia, che si misura la maturita' del processo di integrazione europea".
Draghi allarga il ragionamento oltre le drammatiche cronache recenti che arrivano da Kabul, parla di "un numero preoccupante di episodi di estremismo religioso e di conflitti tra diverse famiglie di fede, che abbiamo visto nei terribili attentati rivendicati da organizzazioni come l’Isis, o negli atti terroristici compiuti in nome del suprematismo bianco o cristiano, così come nelle manifestazioni di antisemitismo, un fenomeno in preoccupante crescita. In alcuni casi, particolarmente odiosi, nei luoghi di culto. Spazi in cui si cercano conforto, speranza, protezione dall’odio".
"Questi eventi brutali vengono spesso usati per rappresentare un mondo diviso tra comunità contrapposte, ma è utile ricordare che le vittime del terrorismo spesso condividono la stessa fede dei loro assassini. Il fanatismo colpisce tutti, indiscriminatamente". La religione dunque non deve essere "strumentalizzata", continua il premier: "al terrore, alla sopraffazione anche subdola che vuole privarci dei nostri valori in nome della religione dobbiamo opporci".
Nelle ore in cui si infiamma la polemica sull'aumento delle bollette energetiche, Draghi non interviene direttamente sulla questione, ma intervenendo al Forum economico italo-tedesco, dice che "lo Stato deve essere pronto ad aiutare cittadini e imprese nell’affrontare i costi di questa complessa trasformazione» ambientale e digitale legata al Next Generation Ue. Il premier è consapevole che il governo è alla vigilia di una serie di partite delicate, dall'estensione dell'uso del green pass all'utilizzo delle risorse legate al Recovery, fino alle riforme necessarie per ottenere i foni di Next Generatio Eu, a cominciare dal quella del fisco.
E lancia un messaggio ai componenti della maggioranza: da Bologna per partecipare alla cerimonia di intitolazione dell'aula magna della bologna Business School a Beniamino Andreatta, Draghi cita proprio l'economista ed ex ministro Dc per richiamare i partiti alla responsabilità della politica: Andreatta "da ministro, si e' mosso in modo coraggioso e onesto in anni drammatici per la Repubblica, e non ha esitato a prendere decisioni necessarie anche quando impopolari, dice: "Le cose vanno fatte perche' si devono fare, non per avere un risultato immediato - aggiunge usando le parole dell'economista. "Andreatta ha attraversato le tempeste di quegli anni con autonomia e immediatezza. Esortando anche la propria parte politica a "dire molti no e pochi si' per evitare che tutto sia travolto nella irresponsabilita'", conclude.