AGI - “Ora che il dramma afghano sembra essersi compiuto, con la partenza da Kabul degli ultimi voli americani , credo che anche noi come europei proprio alla luce di questi fatti dovremmo fare una nostra riflessione approfondita, proprio nello spirito del recente appello del capo dello Stato, che condivido in toto — sia sul futuro della nostra politica verso l’Afghanistan e l’intero Medio Oriente — sia sulla capacita dell’Europa di essere protagonista della politica mondiale”. Lo dice il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un lungo intervento sul 'Corriere della Sera'.
E se “il lento ma inesorabile processo verso l’integrazione abbia certamente assicurato a questo nostro continente decenni di stabilità, tuttavia questa stabilità non basta”, annota il leader di Forza Italia, perché “è come se — dopo aver fatto un grande sforzo per raggiungere pur importantissimi traguardi sotto il profilo politico, economico, finanziario e sociale — l’Europa si fosse ‘accontentata’ dei risultati raggiunti”, tanto più che “la crisi afghana è solo l’ultima, in ordine di tempo, fra le situazioni internazionali che ci richiamano alle nostre responsabilità”.
Il punto, secondo Berlusconi, è che “abbiamo appaltato forse con un po’ di superficialità e — diciamolo pure, di convenienza — la nostra totale difesa al grande alleato americano, che con il suo ampio ombrello ci ha protetto, difeso e tranquillizzato” anche se “non immagino naturalmente che gli Stati Uniti abbandoneranno l’Europa al suo destino nel futuro prevedibile” ma se “le priorità geopolitiche mondiali si evolvono, gli Stati Uniti sono costretti a riorientare la loro politica estera, oggi più diretta a fronteggiare il pericolo egemonico ed espansionista cinese”.
Scrive Berlusconi: “Sono almeno vent’anni che insisto in tutti i consessi internazionali che ho frequentato sul concetto di difesa comune europea. Se ancora oggi si parla dello stesso tema e finalmente si sono levate molte altre voci chiedendone l’introduzione effettiva, è perché i fatti si sono incaricati di dimostrare dolorosamente la gravità di questa lacuna. La parola d’ordine è sembrata molto spesso questa: andiamo avanti insieme, ma sempre in ordine sparso”, quindi “fa benissimo l’Italia ad insistere su questo, una riunione straordinaria del G20 sull’Afghanistan, dove la simultanea presenza di attori fondamentali della Comunità Internazionale con voce in capitolo sul martoriato Paese potrà davvero rivelarsi utile”.
E propone: “Adottiamo posizioni comuni nei consessi economici multilaterali per dare sostegno alla popolazione afghana. Anni fa avanzai l’idea di un grande piano Marshall per la Palestina: analogamente agiamo, noi europei, per coordinare i nostri sforzi per varare iniziative comuni in campo economico, finanziario e della cooperazione allo sviluppo a favore di chi sta forse sfuggendo ad una morte quasi sicura”.