AGI - I giornalisti picchiati in piazza dai No Vax e No Pass rappresentano l'esito annunciato di un percorso fatto di editti e anatemi via social contro gli operatori dell'informazione e, contemporaneamente, di legittimazione delle teorie più bislacche riguardanti l'efficacia dei vaccini e la loro sicurezza. Responsabilità che riguardano anche le forze politiche, unite sotto la bandiera Mario Draghi ma divise sui temi.
La lunga estate calda
L'estate 2021 è stata tra le più calde degli ultimi due secoli, non solo dal punto di vista climatico: le forze politiche, anche e soprattutto quelle della strana maggioranza che sostiene Mario Draghi, se le sono date di santa ragione per tutto il mese di agosto, spaziando dai temi del contrasto alla pandemia all'emergenza afghana, senza dimenticare le amministrative ormai alle porte.
Il fattore 'urne'
La causa di tanta tensione, in effetti, sembra essere proprio il voto dei primi di ottobre, unito al semestre bianco iniziato il 3 agosto che ha suonato la carica per le polemiche e le prese di posizione: con l'impossibilità di sciogliere le Camere, infatti, è venuto meno il primo degli strumenti in grado di garantire la stabilità della legislatura, ovvero il timore di deputati e senatori di non vedere rinnovato il proprio mandato dagli elettori.
Lo scontro in maggioranza
E se agosto è stato caldo, settembre promette di non essere da meno.Così, la rabbia sociale accumulata nei lunghi mesi di lockdown ed esplosa per paradosso proprio nel momento in cui si mettono in campo misure che consentono di tornare a una parvenza di normalità, diventa un cavallo fin troppo facile da cavalcare. Lo scontro nella maggioranza sul Green Pass non è che l'ultimo dei campi di battaglia su cui misurare la potenza di fuoco dei partiti della maggioranza.
Il Green Pass
Da domani, infatti, scatta l'obbligo del Green Pass per il personale scolastico (dopo il via libera arrivato oggi dal Garante per la Privacy), categoria a cui appartiene il collaboratore scolastico durante una manifestazione a Roma ha sferrato un pugno in pieno volto a un cronista di Repubblica. Una manifestazione organizzata proprio per protestare contro la misura che anticipa il ritorno in presenza fra i banchi e che rischia di rappresentare un precedente negativo visto le altre mobilitazioni previste a inizio settembre da parte di 'No Pass' e 'No Vax'.
No Vax e No Pass
Un'onda montante contro quella che viene considerata "dittatura sanitaria" e questo nonostante le evidenze scientifiche sull'efficacia e la sicurezza del vaccino. È anche per frenare questa onda che la ministra dell'Interno ha convocato per domani il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio d'informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Ed è ancora per frenare i No Vax che dalla Regione Lazio, la prima in Italia per copertura vaccinale, arriva l'idea di far pagare di tasca propria i ricoveri ai No Vax che finiscono in ospedale per Covid.
La mossa della Regione Lazio
"I No Vax che contraggono il Covid e finiscono nelle Terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri", spiega l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato: "Queste persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio la libertà altrui, devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni".
Italia Viva frena
Una "provocazione" per il presidente di Italia Viva Ettore Rosato che vorrebbe rimanesse tale. "Sono piuttosto a favore dell’obbligo di vaccinazione. I dati ci dicono che ben oltre il 90% dei ricoveri in terapia intensiva e i decessi riguardano non vaccinati. Già questo dovrebbe essere un incentivo”, aggiunge Rosato.
Salvini contro il vaccino obbligatorio
Nettamente contro l'obbligo vaccinale si schiera Matteo Salvini spiegando di aver "fiducia negli italiani, a differenza di chi parla di multe, di divieti, di discriminazioni e licenziamenti. Io ho scelto liberamente di vaccinarmi", aggiunge, "ma questo non mi dà titolo d'imporre la mia libera scelta ad altri, anche perché c'è tanta gente che non può vaccinarsi".
"Niente ambiguità"
Per tutta risposta, Enrico Letta chiede che "non ci siano ambiguità di sorta da parte di nessuna forza politica e di nessun responsabile istituzionale sul tema di queste violenze e soprattutto della stessa legittimazione di una posizione No vax che è contraria oggi al diritto alla salute e alla libertà, uno dei diritti fondanti della nostra Costituzione. Noi sosteniamo il governo Draghi in tutto quello che sta facendo", aggiunge il segretario dem, "in particolare per questa campagna vaccinale, per la sicurezza dei cittadini, per il rispetto delle regole che riteniamo fondamentale". Un appello per la sicurezza dei cittadini che arriva a poche ore dalle mobilitazioni No Vax annunciate in 54 stazioni di tutta Italia.
Il Viminale al lavoro
"Il Viminale assicurerà come sempre la libertà di manifestare pacificamente nel rispetto delle regole ma non saranno ammessi atti di violenza e minacce", si legge nella nota che annuncia la convocazione della riunione sulle violenze contro i giornalisti: "È grande l’impegno delle forze di Polizia che sono al lavoro quotidianamente per assicurare il controllo del territorio, l’ordine pubblico e l’attività investigativa per individuare chi si inserisce nelle manifestazioni di piazza con atti di violenza e d'intolleranza".
Lega contro Lamorgese
Contro la ministra Lamorgese, però, continua il cannoneggiamento della Lega, per quel che riguarda la maggioranza, e di Fratelli d'Italia, per l'opposizione. Se il partito di Giorgia Meloni ha già annunciato una mozione di sfiducia, Salvini non intende stare a guardare e assicura di stare lavorando a una propria proposta: "O il ministro dell'Interno comincia a fare il ministro o lo fa fare a qualcun altro", dice il leader della Lega. Ma è soprattutto sulla gestione dei flussi dei migranti che si concentrato le critiche di Lega e FdI su Lamorgese.
Conte blinda la ministra
A blindare la ministra è Conte che la definisce "molto competente" e ricorda: "Quando Salvini era un mio ministro", ricorda Conte, "cercai di fargli capire che un problema così complesso", come quello della gestione dei flussi di migranti, "non si affronta con la demagogia, facendo la voce grossa in televisione. Gli chiesi, senza successo, di migliorare il sistema dei rimpatri, ma non ci riuscì pur avendo i pieni poteri di ministro".
Conte e M5s
Parole che scatenano il fuoco da parte delle batterie nemiche, ma non solo. "Le parole di Giuseppe Conte, ovvero del premier che fece i decreti sicurezza, più che un giusto attacco a Salvini, sono una durissima autocritica. Bene, era ora. Spero che vi sia un conseguente cambio di linea del M5s, che su questi temi è rimasto fin qui troppo legato a quelle scelte sbagliate", scrive sui social il deputato Pd, Matteo Orfini. Più netto Matteo Renzi che, pubblicando una fotografia di Salvini e Conte che brandisco i cartelli con scritto "#decretoSalvini", spiega: "Giuseppe Conte ha detto una cosa giusta, molto giusta. Rimane solo da capire chi sia quella persona entusiasta accanto a Matteo Salvini, mentre presenta quel vergognoso decreto. Ma, anziché fare proclami, perché Conte - più semplicemente - non chiede scusa?".
La tenaglia di Renzi e Salvini
Negli ultimi giorni, Conte è apparso sempre più stretto da una morsa che vede, da una parte, Salvini e Meloni e, dall'altra, Matteo Renzi. È in particolare sul tema del reddito di cittadinanza che questa offensiva si fa più accesa. Renzi e Salvini hanno chiesto, con argomenti quasi speculari, che la misura fortemente voluta dal M5s venga debellata: "Disincentiva alla fatica", spiega Salvini; "Voglio riaffermare l’idea che la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela, se non ce la fai ti diamo una mano, ma bisogna sudare ragazzi”, dice il senatore fiorentino. In soccorso a Conte e al reddito di cittadinanza arriva il premier Mario Draghi per il quale il principio del reddito è condivisibile e da salvaguardare.
Il Reddito di cittadinanza
Ma questo non significa che il provvedimento non possa essere modificato. Anzi. "Credo che Draghi sul reddito di cittadinanza abbia detto cose importanti. Ha aperto una discussione che consente di portare miglioramenti e di prendere il buono che c'è stato, perché del buono ce n'è stato e di superare i limiti a oggi riscontrati", dice il segretario Pd.
Miglioramento, non cancellazione: una posizione davanti alla quale anche i Cinque Stelle si mostrano collaborativi: "C'è la necessità di apportare modifiche nella messa in pratica dello strumento", concede Conte dicendosi pronto a favorire la costituzione di "un tavolo che monitori la sua efficacia, rafforzi i controlli per evitare abusi e favorisca il dispiegamento di tutti i vantaggi per gli imprenditori collegati alle assunzioni". Sullo sfondo, rispetto ai cannoneggiamenti reciproci, restano le riforme istituzionali. E questo nonostante il taglio dei parlamentari abbia sollevato il tema delle modifiche ai regolamenti e alla legge elettorale.
Le riforme
È anche per questo che l'ex presidente del Senato, Marcello Pera, lancia un appello "a Salvini come a Letta, a Meloni come a Di Maio, a Renzi come a Conte, a Berlusconi” e a tutti quelli che “non vogliono farsi trascinare nelle bagatelle quotidiane, ma diventare protagonisti di un processo per un’altra Italia”. L'idea è quella di "modificare la Costituzione con una commissione costituente di 75 membri eletta con sistema proporzionale puro, con la scadenza di un anno e referendum finale”.