AGI - Dialogare con la Cina e con la Russia, aiutare i Paesi che confinano con l'Afghanistan ad accogliere i profughi. Pensare all'apertura di corridoi umanitari per coloro che cercano di mettersi in salvo dopo il fulmineo ritorno al potere dei talebani. La politica si interroga sulle misure da adottare per favorire chi rischia di soccombere al regime che ha ripreso il controllo di Kabul.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato luneì pomeriggio a Palazzo Chigi i ministri degli Esteri e della Difesa, Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, il sottosegretario con delega alla Sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, e il direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni, per discutere sugli ultimi sviluppi della situazione in Afghanistan in vista della riunione straordinaria del G7 di martedì pomeriggio.
Sulle scelte da prendere è aperto anche il confronto fra i partiti e l'indicazione che si ricava scandagliando comunicati e dichiarazioni alla stampa è quella di una apertura al dialogo con la Cina e la Russia. Il leader della Lega Matteo Salvini guarda al prossimo G20 e auspica che al summit siano invitati i rappresentanti del Pakistan. "Spero che nessuno pensi, come Conte, di dialogare con i talebani. Erano e rimangono degli assassini. E a ragionare con gli assassini io non ci sto", aggiunge a margine di un incontro elettorale con il candidato sindaco di Roma del centrodestra, Enrico Michetti.
Per Salvini è però necessario avviare colloqui "con i governi riconosciuti in Pakistan, Russia, Cina e Turchia". Sul tema dell'accoglienza, l'ex ministro dell'Interno non ha dubbi e conferma la linea già espressa nei giorni scorsi. "L'Italia farà la sua parte, ma penso che anche altri Paesi occidentali debbano fare la loro. Farci carico dell'accoglienza di chi rischia la vita in Afghanistan sì, ma bisogna aiutare tutti i Paesi vicini ad accogliere chi scappa, perché per arrivare dall'Afghanistan a Roma si attraversano tanti stati", aggiunge.
Il leader della Lega si mostra molto attivo sul tema dell'emergenza in Afghanistan, tanto dal dichiarare di aver "incontrato oggi l'ambasciatore afghano e poi quello pakistano. Conto di poter andare a visitare presto queste terre martoriate". Una diplomazia parallela a quella ufficiale alla quale il leader leghista aggiunge le critiche al responsabile della Farnesina: "Di Maio al mare nei giorni dell'Afghanistan? Ho scelto la via della galanteria e del silenzio", spiega per poi aggiungere: "Mi rimproverano la spiaggia da anni, lascio agli altri la libertaà di scelta di spiaggia, la mia risposta l'ho data stamattina incontrando alle 8.30 l'ambasciatore afghano e alle 10 quello pakistano. Ognuno fa il ministro come crede, ma le polemiche su vicende personali io preferisco non farle".
Poco dopo, il segretario della Lega viene ricevuto a palazzo Chigi per fare il punto sui prossimi impegni che attendono il governo, secondo la versione data dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Al di là della Lega, tuttavia, il tema della gestione dell'emergenza preoccupa l'arco parlamentare nella sua totalità.
I rapporti tesi tra Paesi Nato con la Cina e la Russia, in particolare, non aiutano e sono tante le voci che spingono per ricucire con Mosca e Pechino così da dare maggiore efficacia all'impegno internazionale a favore del popolo afgano. Per la capogruppo di Liberi e Uguali del Senato, Loredana De Petris, in questa fase è inevitabile aprire un canale con Mosca e Pechino. "È evidente - spiega - che il presidente Draghi e il ministro Di Maio indicano l'unica direzione percorribile in Afghanistan. Senza un ruolo diretto e un intervento attivo anche di Paesi come la Cina e la Russia, non sarà possibile intavolare con i talebani trattative tali da permettere di lasciare il Paese a chi rischia di essere perseguitato ma anche da incidere sul rigore dell'integralismo in quel Paese".
Il suo compagno di partito Francesco Laforgia sprona invece l'Unione europea a trovare una soluzione comune. "L'Europa - sottolinea - ha una grande responsabilià di fronte alla tragedia umanitaria che si è generata. Dividersi sull'apertura di corridoi umanitari e l'accoglienza di profughi in fuga dalla violenza talebana è un drammatico errore".
Sulla stessa linea è la parlamentare europea Simona Bonafè (Pd). "Abbiamo il dovere di non girarci dall'altra parte, di mettere in sicurezza quanti hanno collaborato con noi e di attivare, come Europa, i corridoi umanitari di quanti vogliono venir via dall'Afghanistan", afferma la segretaria del Partito democratico Toscana. "Ma il G20 con tutti gli attori deve lavorare a una soluzione politica che garantisca chi vuole rimanere nel Paese".
E mentre si aspetta l'audizione di domani in Parlamento dei ministri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto, ribadisce la necessità che il governo insista "sulla necessità di portare la discussione sulla crisi in Afghanistan all'interno del G20, perché nel G20 sono rappresentati la Cina, la Russia, la Turchia, l'Arabia Saudita".
Per Forza Italia si deve "dare asilo a quelli che sono stati illusi da noi occidentali e non vogliono vivere con i talebani", "mettere in campo, insieme all'Europa, strumenti per evitare infiltrazioni terroristiche in Europa" ed evitare "che i paesi di frontiera come il nostro siano lasciati da soli ad affrontare questa emergenza umanitaria".
Il Movimento 5 stelle, infine, si auguro, con il sottosegretario all'Istruzione Barbara Floridia, "che il tema dell'istruzione sia centrale" al prossimo G7. "Solo garantendo a tutte e a tutti i giovani afghani un'adeguata istruzione, libereremo il futuro di quel Paese dai fondamentalismi e dalle discriminazioni che, nell'ignoranza, trovano un terreno fertile".