AGI - Vaccinarsi è un "dovere", non in nome di un principio astratto, ma perché il vaccino rimane lo "strumento più efficace" per combattere la pandemia e aiutare i più fragili e i più deboli. Sergio Mattarella apre la 42esima edizione del Meeting di Rimini e ribadisce il suo invito agli italiani a partecipare alla campagna vaccinale per sconfiggere il virus e tornare alla normalità.
"La pandemia ci ha dimostrato quanto ci sia bisogno di responsabilità - ha detto il Capo dello Stato il cui intervento è stato applaudito più volte - occorre il coraggio della responsabilità. Nell'opera dei medici e del personale sanitario, nel lavoro di chi svolge mansioni sociali, nell'impegno di chi opera nel tessuto economico. Nell'azione dei governi e degli organismi internazionali. Ma anche - sottolinea - nei comportamenti di ciascuno di noi: la responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi - tra i tanti esempi - è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli".
Il Presidente della Repubblica, pur senza citare esplicitamente l'Afghanistan, dedica un passaggio agli sviluppi della questione, soprattutto guardando alle responsabilità di accoglienza e di solidarietà dell'Europa di fronte a quella che si annuncia come una possibile catastrofe umanitaria. "C'è un io, un tu e un noi anche per l'Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia - che si manifestano anche in questi giorni - che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti", dice.
Mattarella dedica una riflessione anche alla società globalizzata, alle opportunità ma anche ai rischi di un sistema sempre più veloce, integrato e interconnesso: "Vi sono tanti aspetti che la società globale propone. Accanto a straordinarie opportunità, incrementate dallo sviluppo delle tecno-scienze, emergono anche nuovi rischi di omologazione, di esclusione, di smarrimento, di sfiducia", dice. "Anche di un io che si annulla nell'omologazione dell'uso improprio di quella grande risorsa positiva che offerta dal web". "Libertà e democrazia richiedono, per rafforzarsi, un retroterra vivo di partecipazione, autonomia di organizzazione sociale, conoscenze diffuse in modo da alimentare una cultura ricca di creatività, trama di coesione, rispettosa delle reciproche differenze", ha aggiunto Mattarella.
Quanto alla pandemia, Mattarella ribadisce il suo appello alla vaccinazione e aggiunge che l'esplosione del Covid, ci ha fatto scoprire "piu' fragili di quanto credevamo. Abbiamo compreso con maggiore chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri". "Abbiamo fatto esperienza del dolore, della paura, della solitudine - ha aggiunto - ma nella comunita' abbiamo trovato risorse preziose, decisive per far si' che le nostre speranze, le nostre aspirazioni non venissero sradicate e potessero ancora trovare conferma e sviluppo". La battaglia contro il virus non è vinta, ripete il Capo dello Stato, ma serve fiducia: "si vince insieme, si perde insieme. La crisi del virus lo conferma. Dovremo ancora combattere la pandemia. Ma nostra responsabilità è immaginare il domani. Sentiamo che cresce la voglia di ripartire: il motore è la fiducia che sapremo migliorarci, che riusciremo a condurre in avanti il nostro Paese".
"Possiamo farcela - conclude il Presidente della Repubblica - dipende anche da noi. Ciascuno viene – e deve sentirsi - interpellato: il coraggio dipende dalla capacità di ciascuno di essere responsabilmente se stesso. Del resto, è questa la condizione dell’esercizio della libertà".