AGI - "La probabile acquisizione a prezzi di saldo di Monte dei Paschi di Siena da parte di Unicredit, il cui attuale presidente è lo stesso Pier Carlo Padoan del Pd che da ministro del Tesoro tanto si occupò delle sorti di Mps, è solo l'ennesima conferma del vergognoso modus operandi della sinistra italiana che usa lo Stato per opache manovre finanziarie e per proprio tornaconto politico e personale". Lo scrive la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni in una lettera al Corriere della Sera parlando della trattativa con il Mef per la possibile acquisizione della banca senese da parte di Unicredit.
Meloni ricorda che "nel 2007 Padoan salvò Mps con i soldi dei contribuenti italiani, operazione costata oltre 5 miliardi, si fece quindi eleggere l'anno successivo parlamentare a Siena, ma per non farsi mancare nulla, ora da presidente di UniCredit è pronto al colpaccio: acquisire la banca senese a condizioni molto vantaggiose, da lui stesso create in qualità di ministro e con la norma DTA inserita nella legge di Bilancio dal suo sodale, l'allora ministro Gualtieri, ora candidato a sindaco di Roma".
Nel suo intervento la leader di Fdi sostiente che: "L'attuale segretario del Pd, Enrico Letta, non vuole restare escluso dal banchetto e annuncia la sua candidatura nel collegio di Siena, proprio mentre le sorti della banca sono di nuovo ostaggio delle decisioni del governo di cui il Pd ha una buona dose di ministri politici e tecnici".
In quest'intreccio il giudizio della Meloni è severo: "I conflitti di interessi tra Pd e finanza sono dannosi per le banche e fatali per i contribuenti come hanno dimostrato le vicende di questi anni".
A suo avviso: "Oggi Unicredit di Padoan acquisisce solo la parte attiva del Monte dei Paschi di Siena mentre le passività e i contenziosi restano al Mef, e cioè a noi cittadini", con "crediti deteriorati e debiti ereditati da decenni di gestione clientelare targata Pd" che "vengono per l'ennesima volta scaricati sui cittadini".
Conclude Meloni: "Passano i governi, ma le ricette del Pd per le crisi bancarie no: privatizzare i profitti e scaricare sui contribuenti le perdite".