AGI - La riunione era stata convocata per trovare la quadra sul decreto reclutamento, con i 5 stelle che hanno avanzato alcuni dubbi legati al potere dell’Anac. Ma si è poi finiti a parlare di disegno di legge Zan. I capigruppo della maggioranza di palazzo Madama, ieri pomeriggio, secondo quanto si apprende, si sono ritrovati per cercare di concordare le prossime mosse sulla legge contro l’omotransfobia. Si è deciso che si valuteranno gli emendamenti e che, qualora ci fosse lo spazio (ci sono in Aula i decreti da convertire, da quello sulla cybersicurezza al Grande navi a Venezia) di proseguire il dibattito il 2 agosto. Mancano ancora tre ore di confronto: è possibile che comunque si vada direttamente a settembre ma il fatto che il tema sia stato centrale nell’incontro è un segnale che ancora si sta cercando una via d’uscita.
Al momento un accordo non c’è. Ma l’ex maggioranza giallo-rossa, secondo quanto apprende l’AGI, ha ventilato una proposta di compromesso. Ovvero quella di mantenere l’identità di genere, eliminando la parte delle definizioni dell’articolo 1. In realtà, soprattutto nel Movimento 5 stelle, si starebbe facendo strada la possibilità di rivedere anche la nozione a patto che – spiega una fonte – si mantengano comunque fermi i principi di salvaguardia dell’identità di genere.
Continua a esserci un diverso approccio al provvedimento da parte delle forze politiche ma l’idea di eliminare le definizioni dell'identità di genere è comunque un passo avanti, anche se resta in ogni caso un’ipotesi.
La Lega avrebbe respinto ‘l’offerta’, vuole che venga eliminata completamente la nozione di identità di genere presente anche negli altri articoli. Ma, riferiscono fonti parlamentari, non esclude altre mosse a sorpresa, alla ripresa della discussione sul ddl Zan. Con la premessa che qualora non si riesca a raggiungere un accordo in questi giorni chiederebbe, insieme a Fratelli d’Italia, il ‘non passaggio agli articoli’, ovvero lo stop all’esame della legge e il rinvio in commissione. Di fatto un voto segreto in questa direzione sarebbe la certificazione dell’affossamento del provvedimento.
I due schieramenti – da una parte il centrodestra, dall’altra l’ex maggioranza giallo-rossa – restano su fronti contrapposti. Con Italia viva che ha aperto alla disponibilità della Lega a trovare una mediazione. Nei prossimi giorni si capirà se è possibile ancora trovare una convergenza sul ddl Zan (si discute pure dell’eventualità di lavorare lunedì e venerdì), perché il Pd non crede in un confronto con il partito di via Bellerio, è convinto che Matteo Salvini voglia solo affossare la legge. Ma i dem potrebbero con questa mossa ‘tentare’, oltre a Italia viva, anche Forza Italia, o perlomeno una parte del gruppo azzurro, considerato che i numeri restano ballerini.
Tra le idee anche quella di intervenire sull’articolo 4, eliminandolo affinché la via maestra resti il ‘link’ con la Costituzione. Al momento nel calendario stilato fino al 30 luglio del ddl Zan non c’è traccia ma le ipotesi alle quali stanno pensando il Pd, M5s e Leu potrebbero rappresentare delle novità, anche se c’è sempre da considerare che in caso di modifica del disegno di legge occorrerebbe passare di nuovo alla Camera dei deputati e quindi intraprendere un percorso in ogni caso accidentato.