AGI - I parlamentari M5s restano sul piede di guerra sulla riforma della giustizia, uno dei temi che è stato discusso nell’incontro tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il segretario Pd Enrico Letta tenutosi a palazzo Chigi. “Non possiamo accettare che il testo Bonafede venga completamente stravolto”, il ‘refrain’.
Conte attende il via libera per diventare leader del Movimento ma già – spiegano alcuni parlamentari vicini al giurista pugliese – sta lavorando ad una mediazione che riprenda anche alcune proposte dell’ex presidente della Corte costituzionale Lattanzi a capo della Commissione sulla riforma del processo penale. L’ex premier punta su criteri compensativi e nel frattempo attende di capire quale sarà la strategia dell’esecutivo.
Il partito del Nazareno ha ribadito il sostegno alla riforma ma se non cambierà nulla del testo che ha avuto il semaforo verde del Consiglio dei ministri Conte potrebbe puntare su una ‘terza via’, ovvero sull’astensione. “La Lega già in diverse occasioni si è smarcata dal governo, pure in Cdm. Perché non possiamo farlo noi?”, si chiede un ‘big’ pentastellato.
L’argomento giustizia resta uno dei nodi sul tavolo dell’esecutivo, con Conte che domani sarà in compagnia del Guardasigilli a Santa Maria Capua a Vetere, nel carcere nel quale si sono perpetuate le violenze ai danni dei detenuti.
Un gesto quello del premier di pieno appoggio al ministro contestata dal Movimento 5 stelle non solo nel merito della riforma ma anche sul metodo utilizzato, perché gli emendamenti – questa la tesi – li avrebbe dovuti portare in Commissione, non in Cdm.
In ogni caso l’ex presidente del Consiglio ai suoi interlocutori ha ribadito di voler difendere le battaglie identitarie del Movimento, anche quelle legate all’etica e alla moralità, ma di non voler rompere. Un senatore oggi osservava come ci sarebbero state reazioni ben diverse se Conte si fosse ‘intestato’ l’accoglienza dei calciatori italiani reduci dalla vittoria a Wembley e fatti circolare per le vie di Roma provocando assembramenti.
Ma l’ex presidente del Consiglio punterà a far sì che il Movimento 5 stelle conti di più, senza – perlomeno questa la tesi di alcuni suoi fedelissimi – provocare scossoni. Altri, invece, credono che con l’arrivo del semestre bianco le cose cambieranno.
La questione dello 'statuto'
Intanto i saggi nominati da Grillo sono al lavoro per chiudere definitivamente l’accordo sullo statuto. Mancano alcuni dettagli, a partire dall’intesa sulla carta dei valori, considerato che Conte vuole una rivisitazione delle stelle. Poi sono da definire alcuni aspetti tecnici sul voto sulla piattaforma, infine si indirà la votazione ma ci vorranno almeno altre due settimane.
Lo statuto in ogni caso potrebbe essere presentato la prossima settimana mentre un evento aperto al pubblico dovrebbe essere organizzato solo alla ripresa dei lavori. Non ci sarà alcun incontro tra Conte e Grillo a brevissimo.
Il primo non è a Roma e comunque – dice una fonte M5s – in questo momento è meglio evitare. Il fondatore M5s pero’ ai suoi interlocutori ha spiegato che un accordo era necessario, ha fatto un passo indietro per il bene del Movimento e per non lasciare campo libero al centrodestra. Molti contiani continuano a non fidarsi dell’ex comico, i grillini lo difendono a spada tratta.
L’incontro tra i due non è in programma. “Ma prima o poi dovranno sedersi allo stesso tavolo”, dice un esponente di primo piano M5s. Con la consapevolezza che sarà Conte a interloquire con Draghi ma anche con la convinzione che Grillo, pur sposando la nuova leadership, difficilmente rinuncerà al suo ruolo di garante a tutto campo.