AGI - C'è un motivo per cui il governo sta spingendo di accelerare sulla riforma del processo penale. Il timore - riferisce un 'big' che conosce il dossier - è quello di arrivare all'approvazione prima che cominci il semestre bianco, ovvero prima del 3 agosto. Al momento i lavori parlamentari dovrebbero terminare il 6 per poi riprendere il 18.
Il presidente del Consiglio Draghi ha incontrato in poche ore Letta, Tajani e Salvini. A tutti ha consegnato il messaggio della necessità di procedere speditamente sulle riforme, a partire da quella del processo penale. In teoria l'approdo della riforma del processo penale è previsto per l'Aula di Montecitorio per il 23 luglio. Pd, Lega e FI intendono mantenere il calendario. "Va approvata entro l'estate", dice Salvini.
Sarà l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia a discutere sul timing ma restano perplessità nella maggioranza sull'eventualità di non sforare sui tempi. "Difficile forzare la mano", il parere di un 'big' della maggioranza. L'ostacolo è sempre legato alla posizione del Movimento 5 stelle che continua a sbarrare la strada al 'Lodo Cartabia'.
M5s è ancora alle prese con i nodi sullo statuto. L'accordo grazie al lavoro dei sette saggi è quasi ultimato, mancano dettagli legati alla carta dei valori. Il presidente sarà "l'unico a determinare la linea politica" è scritto, secondo quanto si apprende, nel documento. Grillo e Conte potrebbero incontrarsi nel week end, il fondatore M5s ai suoi interlocutori ha ipotizzato un suo arrivo a Roma mercoledì prossimo.
Ma la base spinge per una stretta di mano tra l'ex comico e l'ex premier in tempi brevi, solo dopo - questa la tesi condivisa da molti parlamentari - dovrebbe partire l'iter sul voto sulla piattaforma E-vote. Ma il nodo giustizia resta uno dei temi sui quali ancora si deve trovare la quadra, anche se la determinazione - soprattutto da parte dei componenti della Commissione Giustizia di Camera e Senato - resta quello di modificare gli emendamenti alla riforma del processo penale che non sono stati in ogni caso ancora depositati.
L'esecutivo punta a 'blindare' la riforma, in quel caso una delle soluzioni pentastellate potrebbe essere quella dell'astensione. Il rischio che il voto slitti a settembre resta concreto, anche se l'apertura del semestre bianco preoccupa chi teme che il Movimento 5 stelle possa sfilarsi dalla maggioranza. Anche sul Ddl Zan il rischio che si vada a settembre è molto alto ma in questo caso è proprio l'esecutivo a puntare su questa prospettiva per puntare sulle priorità sul tavolo (a partire dalla conversione dei decreti) ed evitare che ci siano fibrillazioni.
Oggi le forze politiche dovranno sciogliere il nodo della nomina dei componenti Rai. La Lega vorrebbe che il Pd facesse un passo indietro sul nome di Bria per lasciare un posto nel Cda a Rossi (figura su cui punta Fratelli d'Italia). Il rischio - spiega una fonte parlamentare - è che non si trovi una convergenza sull'indicazione data da Draghi per il presidente dell'azienda di viale Mazzini.
Se il centrodestra votasse contro in Vigilanza non ci sarebbero i numeri. Ma il convincimento è che alla fine si trovi un accordo. Anche nel centrodestra sui nomi da proporre (il partito di via Bellerio riconferma De Biasio, FI vuole Simona Agnes mentre l'ex maggioranza rosso-gialla è per Bria e De Majo). "Ci stiamo lavorando", ha detto oggi Salvini al termine dell'incontro con il premier durante il quale - ha reso noto palazzo Chigi - si è parlato anche di concorrenza, del fisco delle prospettive economiche generali e dell'evoluzione del quadro epidemiologico del Paese.