AGI - Aggiornato alle ore 12,41
'Tsunami Grillo' sul Movimento 5 stelle. Dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte, arriva infatti dal Garante una risposta che - secondo fonti di rilievo - finisce per mettere a rischio non solo i gruppi parlamentari, ma anche la tenuta del governo.
"Vanno affrontate le cause per risolvere l'effetto ossia i problemi politici, idee, progetti, visione, e i problemi organizzativi, merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente. E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha nè visione politica, nè capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l'ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi", scrive il cofondatore del Movimento dopo l'iniziale silenzio.
Parole che feriscono l'ex premier, "non tanto e non solo per me: questa svolta autarchica credo sia una mortificazione non solo per me, ma per un'intera comunità che io ho conosciuto bene e ho apprezzato, di ragazze, ragazzi persone adulte, che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro", spiega Giuseppe Conte.
Intanto, si registrano le prime reazioni dei vertici M5s alle esternazioni di Grillo: "Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel Movimento", scrive su Facebook Vito Crimi, capo politico del Movimento. "Manterrò le mie funzioni per il tempo utile a consentire gli adempimenti necessari allo svolgimento delle prossime consultazioni".
Per Crimi, "Beppe Grillo ha indetto la votazione del comitato direttivo impedendo una discussione e una valutazione della proposta di riorganizzazione e di rilancio del Movimento 5 Stelle alla quale Giuseppe Conte ha lavorato negli ultimi mesi, su richiesta dello stesso Beppe. Pur rientrando fra le sue facoltà indire la votazione, non concordo con la sua decisione". Infatti, avverte Crimi, "il voto non potrà avvenire sulla piattaforma Rousseau, poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti al Movimento - spiega - Inoltre, consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy", aggiunge.
No a un partito unipersonale
"Non possiamo lasciare che un Movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco", è l'affondo del garante M5s. Quindi Grillo torna alle decisioni assunte dagli Stati generali che hanno mandato in soffitta la figura del capo politico e si accorda con Casaleggio: "Indico la consultazione in rete degli iscritti al Movimento 5 Stelle per l'elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau".
Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell'attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l'associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell'abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6).
"Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato", conferma il Garante M5s. "Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050", spiega.
"Mi sento come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l'illusione, almeno per qualche mese, forse non di più, che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo. Ma Conte può creare l'illusione collettiva, e momentanea, di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema", avvete ancora Grillo.
E ora la questione è capire su quante 'divisioni' possano, davvero, contare i due contendenti.