AGI - Dopo l'intervento del Vaticano che, nei giorni scorsi, aveva chiesto delle modifiche al disegno di legge perché sarebbe in contrasto con il Concordato, "c'è stata una grande mobilitazione e adesso anche persone del centrodestra sono favorevoli" ha detto il relatore del ddl contro l'omotransfobia, Alessandro Zan, presente oggi a Milano per un evento del Pd "la cura", e poi per partecipare all'evento conclusivo della Pride week.
"D'altra parte - osserva - il testo che abbiamo approvato alla Camera a larghissima maggioranza va incontro a tantissime diverse sensibilità in particolare a quelle del mondo cattolico". Ecco perché "Dal Vaticano c'e' stata una invasione di campo che mi ha sorpreso". Ma adesso si va avanti: "Tocca al Parlamento discutere e approvare la legge nell'ambito della propria autonomia".
L'Italia deve farlo alla svelta, "deve dare un segnale" visto "che è l'unico grande Paese europeo che non si è ancora dotato di una legge che combatta le discriminazioni e le violenze".
Per Zan "è importante che l'Italia stia con i grandi paesi più civili e avanzati e non rischi di scivolare rovinosamente con paesi come l'Ungheria e la Polonia che stanno smantellando i diritti delle donne e della comunità Lgbtq (ndr, lesbico, gay, bisessuale, transessuale, queer), portandoci ai tempi bui del secolo scorso".
Il deputato va oltre, e aggiunge che anche noi, abbiamo un politico come il premier ungherese Viktor Orban. "Dicono che bisogna dialogare - osserva - anche con la destra, ma avete idea di che destra abbiamo nel Paese? Orban ce lo abbiamo a casa nostra. Quando sento Salvini che manda i messaggi a Enrico Letta" e lui mostra perplessità, "lo capisco". "Hanno presentato una leggina - ha concluso Zan - che è un attacco alla legge Mancino. Se fosse approvata noi faremmo un passo indietro". Ma l'Italia "non merita questo".