AGI - "La ripresa sostenuta, la fiducia sta tornando" ma le varianti del virus Covid 19 "possono rallentare riaperture e consumi". Così Mario Draghi nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del consiglio europeo.
"La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l'Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come l'Ue nel suo complesso. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa sarà' ancora piu' sostenuta", ha affermato il presidente del Consiglio. "In questo quadro economico positivo, permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica", ha poi avvertito,"il secondo potenziale pericolo è l'inflazione, che nell'area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l'1,6% ad aprile".
"Ad oggi, nell'Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è quasi del 60% e circa il 30% della popolazione adulta ha completato l'intero ciclo di vaccinazione. I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta 'variante Delta', ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità", ha continuato. "Sono molto soddisfatto del lavoro svolto al Global Health Summit, organizzato dall'Italia insieme alla Commissione europea a Roma il 21 maggio scorso. Il Summit è stato il preludio del Consiglio Europeo straordinario del 24-25 maggio in cui i Paesi dell'UE si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell'anno. L'Italia fara' la sua parte e donera' 15 milioni di dosi", ha annunciato.
"La gestione dei flussi migratori torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell'Italia. Come ho dichiarato in passato, il governo vuole gestire l'immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non puo' essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea", ha poi tenuto a precisare Draghi. "Tra i Paesi dell'Unione, esiste un'ampia convergenza sull'esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta a gestire numeri contenuti. Al momento, pero', una solidarieta' obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un'alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo". Il Consiglio europeo di domani e dopodomani "ribadira' la preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani".