Il centrodestra appare come il protagonista dell’attualità politica di questi giorni. Non solo per la notizia, arrivata ieri, dell’accordo sulle candidature alle amministrative di Roma e Torino. Ma anche per l’ipotesi, circolata nell’ultima settimana, di una federazione tra le due forze che sostengono il Governo Draghi, e cioè Lega e Forza Italia. Un’ipotesi che, come vedremo, ha dato molto lavoro ai sondaggisti, incaricati di testare il gradimento di questa federazione tra gli elettori di centrodestra – e soprattutto il suo potenziale elettorale.
Ma, quale che ne sia il motivo, lo stare al centro dell’agenda sembra aver giovato a quella che ad oggi è di gran lunga l’area politica con il maggior potenziale elettorale. Nella nostra Supermedia, ormai per la terza settimana consecutiva, i primi due partiti (ossia Lega e Fratelli d’Italia) fanno entrambi parte del centrodestra.
Curiosità: sommati insieme, oggi questi due partiti arrivano al 40,8% dei consensi, esattamente come in occasione delle elezioni europee 2019 (quando però i rapporti di forza erano enormemente più sbilanciati, con la Lega al 34% e FDI poco sopra il 6%). Altro elemento piuttosto curioso è il fatto che la Lega fa registrare, per la quarta settimana consecutiva, lo stesso identico dato (21,5%). A conferma del fatto che la crescita di FDI – che ha consentito al partito di Giorgia Meloni di superare il Partito Democratico, fermo al 18,8% – non è avvenuta a scapito del Carroccio, almeno di recente. I “sospetti” a questo punto cadono sul Movimento 5 Stelle, che questa settimana perde un altro mezzo punto e cala al 16,4%. Non è un mistero che i pentastellati siano (tutt’ora) i sostenitori più “freddi” del Governo Draghi: lo stesso Giuseppe Conte, nelle sue uscite recenti, ha ribadito il sostegno del M5S all’esecutivo, ma senza alcun entusiasmo. È quindi senz’altro possibile che una parte di quegli elettori si stiano orientando verso il principale partito di opposizione.
Altra notizia recente è la nascita di una nuova formazione, anche in questo caso riferibile all’area di centrodestra. “Coraggio Italia” è il nome del soggetto che nasce dall’intesa tra il presidente della Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Per ora, è un po’ presto per inserire stabilmente questo partito (di cui molti italiani probabilmente ancora ignorano l’esistenza) nella nostra Supermedia. Comunque, le prime rilevazioni effettuate da 4 diversi istituti demoscopici stimano Cor. it. Tra l’1 e il 2 per cento. Fa eccezione il sondaggio di Antonio Noto, che ipotizza un consenso del 3,5 per cento.
Tutti questi movimenti potrebbero dare un’idea di instabilità (la stessa nascita di Coraggio Italia è stata stigmatizzata da esponenti di Forza Italia, con parole anche piuttosto dure). Ma potrebbero essere anche interpretate come un segnale di vitalità. Prova ne sia che, nel complesso, il centrodestra questa settimana guadagna terreno, portandosi al 49,6% (a un soffio dalla maggioranza assoluta delle preferenze degli elettori) e quasi doppiando la seconda area politica, cioè il centrosinistra (senza il M5S), fermo al 25,8%.
Tornando alla questione della federazione Lega-Forza Italia, su cui analisti e retroscenisti hanno già scritto tutto quel ch’era possibile scrivere, resta da capire se questa ipotesi sia in qualche modo “misurabile”. Iniziamo dal suo gradimento presso i diretti interessati, e cioè proprio gli elettori di quei partiti di centrodestra che sarebbero coinvolti in questa nuova iniziativa – quale che sia la forma in cui effettivamente si concretizzerà. Come detto, sono già numerosi gli istituti demoscopici che hanno indagato questa variabile. Il più recente è quello di Demopolis, secondo cui i favorevoli a questa operazione sarebbero prevalenti rispetto ai contrari, perlomeno tra gli elettori di Lega e Forza Italia, ma con “intensità” decisamente diversa: più “entusiasti” gli elettori della Lega (70% di valutazioni positive), più “freddi” quelli di FI (44% contro 31% di valutazioni negative). Infine, gli elettori di FDI sarebbero in netta prevalenza contrari.
Sondaggio Demopolis
— YouTrend (@you_trend) June 10, 2021
Federazione del #centrodestra? La proposta è valutata positivamente da chi vota #Lega (70% sì, 14% no) e negativamente da chi vota #FdI (24% sì, 63% no). Spaccato l'elettorato di #ForzaItalia (44% sì, 31% no).
1/ pic.twitter.com/BTLFZuFnU7
Simili a quelli di Demopolis sono i dati di EMG. Anche secondo questa rilevazione gli elettori di centrodestra sarebbero in maggioranza (56%) favorevoli all’ipotesi federazione, e anche in questo caso quelli della Lega sarebbero di gran lunga più entusiasti, con ben l’81% di favorevoli. Anche per Euromedia, istituto diretto da Alessandra Ghisleri, gli elettori leghisti sarebbero i più favorevoli (57%), quelli di Forza Italia un po’ meno (50%) e quelli di FDI i più scettici (21% di giudizi positivi). SWG ha invece chiesto un giudizio al suo campione di intervistati ipotizzando esplicitamente la nascita di una formazione con Silvio Berlusconi nel ruolo di presidente e Matteo Salvini in quello di segretario, ottenendo un riscontro in tutto e per tutto analogo a quello di Euromedia.
Ma quanto varrebbe, sul piano elettorale, una federazione di centrodestra pro-Draghi? Per saperlo, dobbiamo tornare al sondaggio di Demopolis. Secondo questa indagine, sarebbe confermata la regola secondo cui in politica “2 più 2 non fa mai 4”. E in effetti, la federazione si fermerebbe al 26%, 2 punti in meno rispetto alla somma si Lega (21,3%) e Forza Italia (6,7%) separati. In questa ipotesi, Fratelli d’Italia guadagnerebbe un punto, salendo dal 19,5 al 20,5 per cento (e beneficiando, quindi, degli elettori scontenti dei due partiti “federanti” in disaccordo).
Basterebbero questi numeri a sbarrare la strada al progetto di federazione di un centrodestra di governo? Difficile dirlo, soprattutto perché al momento i partiti (non solo quelli di centrodestra) sembrano più impegnati a definire le candidature in vista delle amministrative del prossimo autunno – e, in seconda battuta, a confrontarsi sulle scelte del Governo.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 27 maggio al 9 giugno dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ipsos, Noto, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 10 giugno sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.