AGI - Ora è tempo di “costruire il futuro del Paese”, come nel 1946, e l’Italia ha “le carte in regola per farcela”. Sergio Mattarella, dopo un anno di pandemia, celebra i 75 anni di vita della Repubblica, e richiama gli italiani a guardare con fiducia ai prossimi anni. Il cortile d’onore del Quirinale è di nuovo aperto al pubblico, anche se con le sedie distanziate e le mascherine d’ordinanza, in platea le cariche istituzionali, il governo e 200 studenti romani, la vita torna a scorrere cercando un lento ritorno alla normalità. E il Presidente della Repubblica mette il suo sigillo a una tre giorni di parole di incoraggiamento, iniziata con le considerazioni finali del Governatore di Bankitalia e proseguita ieri con la visita di Mario Draghi in Emilia. Mattarella ribalta la visione dall’alto e mette sul palcoscenico di questi decenni il popolo italiano, le tante storie individuali e collettive che hanno costruito il Paese. Poi, nell’ultimo discorso in occasione della Festa della Repubblica del suo settennato, il Capo dello Stato consegna un testimone ideale ai giovani: “Tocca ora a voi scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire della nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro”.
“Sono passati settantacinque anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, cominciarono a costruire una nuova storia” ricorda Mattarella. “Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro”.
"Non fu un inizio facile" nel 1946, "l’Italia era divisa" ricorda il Presidente. E "fu proprio la scelta repubblicana il presupposto che rese possibile radicare, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di una unità e di una coesione più forti, favorendo il dispiegarsi di nuove energie, di nuovi protagonisti della vita pubblica". (AGI) - Roma, 2 giu. - "La Repubblica è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà" afferma il Presidente che cita "La storia", la canzone di De Gregori che rassicura: “la storia siamo noi”, “nessuno si senta escluso”. Un'impostazione popolare, che restituisce dignità al popolo per troppo tempo stiracchiato nella forzatura populista, e lo rende protagonista. Mattarella accende una luce caravaggesca su "una prospettiva diversa che ci consente di cogliere i profili di soggetti che spesso sono rimasti sullo sfondo. E che invece hanno riempito la scena, colmato vuoti, dato senso e tradotto in atti concreti parole come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà".
I cittadini, il popolo italiano, hanno costruito nei decenni una storia di successi. Restano le "storture" inaccettabili, dall'evasione fiscale alle morti sul lavoro, fino alla mancata applicazione di una adeguata parità di genere. Ma le luci sono tante. C'è l'adesione alla Ue, "risorsa" per l'Italia che vive una stagione di "rilancio" nonostante sia stata "minacciata da regressioni per illusori interessi particolari". C'è stata la vittoria contro il terrorismo degli anni di piombo, la lotta alla criminalità organizzata, i passi avanti sui diritti, le dimostrazioni di solidarietà dopo le catastrofi naturali, le prove di umanità nel salvare disperati nel Mediterraneo. E le tante riforme attuate, mentre si parla spesso superficialmente di immobilismo: da quella agraria all'edilizia popolare, dalle infrastrutture allo statuto dei lavoratori, dalle riforme della scuola alla nascita del Servizio sanitario nazionale.
Anche adesso, mentre si esce dalla pandemia, per Mattarella "il Paese non è fermo. Quando diciamo che nulla sarà come prima sappiamo che il cambiamento è già in atto. Ed è veloce". Il Presidente preme l'acceleratore sull'ottimismo: "la Repubblica possiede valori e risorse per affrontare queste sfide a viso aperto. Ha potenzialità straordinarie". "Ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori un Paese all’avanguardia". Come dimostrano i mesi passati, quando l'Italia non ha dato una prova peggiore di tante democrazie europee e occidentali, "l’Italia, la nostra Patria, ha le carte in regola per farcela". Ora "le cure che la Repubblica è riuscita ad assicurare a tanti italiani, adesso ci pongono di fronte alla necessità, comune, di avere cura della Repubblica". Perché si esce dalle crisi solo quando ci si prende cura l'uno dell'altro.
E nel girare una pagina della storia, dopo le crisi economica e pandemica, Mattarella sbircia con ottimismo oltre il tornante: "Si presenta una nuova generazione che è pronta, chiede spazio e ha voglia di impegnarsi". In un passaggio di consegne generazionale, ancora più simbolico perché a poche settimane dal semestre bianco, il Presidente si rivolge ai giovani: "tocca ora a voi scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire della nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro". Piccola nota di colore: tra i tanti esempi citati dal Presidente, la maggioranza sono donne, da Nilde Iotti a samantha Cristoforetti.