AGI - "Quella di Luigi Di Maio a Simone Uggetti è stata una lettera seria, un intervento coraggioso e non scontato perché viene dall'esponente di un movimento per cui quella era una linea politica". Lo dice il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, in una intervista all'AGI. "L'episodio del sindaco di Lodi era la linea populista del 'contro tutto e tutti', una scorciatoia populista, demagogica e anche un po' violenta per individuare nelle ipotesi di comportamenti illegittimi una occasione per scatenare le piazze", osserva l'esponente di Più Europa. E lo stesso momento fondativo del movimento, "il Vaffa Day, è stato la cifra di quel movimento. Ho sempre trovato quella pagina violenta e sovversiva dei principi liberal democratici su cui si fonda la Repubblica".
Dunque, il caso dell'ex sindaco di Lodi e degli attacchi da parte dei pentastellati "non è stato un episodio e proprio per questo la lettera di scuse di Luigi Di Maio è stata importante". Può rappresentare una svolta nel rapporto fra politica e giustizia? "Non so se questo fatto finirà per sbloccare qualcosa", risponde Della Vedova: "Ho cominciato a fare i referendum sulla giustizia quando ero un ragazzino. Di sicuro, Di Maio è consapevole di questa svolta, è una scelta politica netta da parte sua, una scelta positiva. Se porterà a una revisione complessiva del rapporto fra politica, giustizia e magistratura? E' ovvio che se i media, che sono stati un pezzo di quella rivoluzione populista, cambieranno linea rispetto ai titoli a tutta pagina sugli indagati e quelli nascosti nelle pagine interne sulle assoluzioni, anche il politico sarà meno portato a cavalcare l'onda dell'emotività giustizialista", continua il sottosegretario.
"Se ci fosse questo cambio di orientamento sarei il primo ad essere felice, ma resto prudente o scettico. Da Tortora in poi non ci sono stati grandi passi avanti". Oggi anche la Lega, con Matteo Salvini, sembra aver cambiato linea rispetto a quando venivano sventolati i cappi in Parlamento: "Quanto detto, infatti, vale anche per Matteo Salvini, che è pur sempre quello del 'buttate la chiave'. Adesso sembra impegnato anche lui in una svolta garantista, ma non so se tutto questo porterà da qualche parte. Bisognerà vederlo nei fatti e nelle parole che sono altrettanto importanti perché se hai scelto la lealtà giuridica, poi la devi praticare tanto con il politico quanto con l'immigrato. Per il Movimento 5 Stelle è molto importante quanto ha scritto Di Maio, bisognerà vedere se in Parlamento assumeranno comportamenti conseguenti. C'è già una riforma della giustizia da scrivere e approvare", ricorda Benedetto Della Vedova, "queste accelerazioni apparentemente creano un clima diverso e questo è un effetto del governo Draghi che costringe le forze politiche a trovare un perimetro di ragionevolezza in Parlamento. Ci vorrebbero leadership profonde su questo. Da una parte Draghi, dall'altra il disincanto dopo le cose emerse di recente riguardo alla magistratura: tutto questo può creare una situazione favorevole ad un cambio di paradigma. Può essere l'innesco di un effetto politico favorito, oltre tutto, dalla riforma prevista nel Pnrr che apre una finestra di opportunità".
E il referendum proposto dai Radicali, con una riforma che procede in parallelo in Parlamento, che futuro avrà? "Ho partecipato tante volte alla raccolta firme sulla giustizia e non si è mai arrivati a conclusione, credo che oggi il referendum sia una buona rete di protezione perché interviene quando la discussione sarà già avviata in Parlamento. Se alle camere andrà male, il referendum rappresenterà una seconda chance".