AGI - Matteo Salvini rinvia di "qualche giorno" il vertice cui è affidato il rebus delle candidature del centrodestra nei sei capoluoghi di Regione che andranno al voto in autunno.
A Palazzo Montecitorio, si terrà la seconda riunione del tavolo sulle città piccole e medie nel formato già sperimentato la scorsa settimana, ovvero con la partecipazione dei responsabili Enti locali dei partiti. Non è invece ancora in agenda un vertice dei leader, Il segretario leghista non lo ha ancora convocato e l'aria è che potrebbe slittare alla prossima settimana.
"Ad ottobre votano più di mille Comuni, abbiamo trovato i candidati nella maggioranza di questi Comuni, le partite di Roma e di Milano meritano qualche giorno di riflessione in più", ha spiegato Salvini.
Oltre ai candidati per Bologna, Trieste, Napoli, Torino, i leader della coalizione si devono vedere da settimane per vagliare la rosa dei candidati nella capitale e nel capoluogo lombardo, dopo il caos per la mancata disponibilità di Guido Bertolaso e di Gabriele Albertini. "Io ringrazio Bertolaso per quello che sta facendo sul piano vaccinale e Albertini che si è messo a disposizione della squadra", ha detto il capo della Lega, come se desse per scontato che il 'no' di Bertolaso sarà definitivo.
Su questo e sulla convocazione del vertice, Salvini è stato incalzato dall'alleata Giorgia Meloni. "Che Bertolaso non accetterà non è notizia, formalmente non ha ancora declinato - ha sottolineato la presidente di FdI -. Poi se Bertolaso dovesse declinare, penso che ci dovremmo vedere, confido che Salvini convochi un tavolo nei prossimi giorni, di nomi autorevoli ce ne sono tanti".
Il problema è che i nomi sul tavolo non abbondano e il centrodestra allo stato non ha carte importanti da giocarsi nelle città di cui sono originari Salvini e Meloni.
Anche le voci di una possibile candidatura a Roma di Giulia Bongiorno sono state smentite ufficialmente dalla diretta interessata. "Amo Roma, il resto è pura fantasia", ha twittato la senatrice leghista. Mentre a Milano la candidatura di Maurizio Lupi non sarebbe gradita a tutta la coalizione, così come quella del manager della Pellegrini Roberto Rasia. Tra le new entry nella rosa dei possibili candidati a Palazzo Marino, un nome che circola tra gli azzurri è quello dell'imprenditrice Diana Bracco.
"Ho provato di tutto per trovare dei candidati condivisi. Ho sentito tanti 'no' e si è perso del tempo prezioso", ha lamentato ancora oggi il capo della Lega.
"Dobbiamo chiudere in fretta, diciamo entro il mese di maggio, perché io penso che ci sia il tempo e la possibilità di vincere dappertutto, a Milano come a Roma a Napoli come a Torino. Basta crederci", ha sostenuto Salvini.
"La proposta di Albertini" di candidare Fabio Minoli alla carica di sindaco di Milano "è una proposta interessante" ed "è uno dei nomi sui quali porremo l'attenzione" e "l'altro nome sul quale stiamo lavorando è quello di Maurizio Lupi, che è un politico ma ha anche un passato di buon amministratore a Milano e la sua immagine corrisponde a qualcuno che può allargare ad altri mondi i confini del centrodestra", ha affermato, dal canto suo, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. "Sono persone che hanno delle straordinarie caratteristiche poi deciderà il centrodestra tutto assieme", ha aggiunto l'eurodeputato che ha definito "un peccato", il no alla corsa da parte di Albertini.
Ora intanto si decide sulle città piccole e medie. Alla riunione parteciperanno il vice segretario leghista Andrea Crippa, i responsabili Enti locali di Lega, Stefano Locatelli; Forza Italia, Maurizio Gasparri; e FdI, Giovanni Donzelli; oltre a Gaetano Quagliariello per Cambiamo; Alessandro Colucci per Noi con l'Italia e Antonio De Poli per Udc.
Sui sindaci uscenti in corsa per la riconferma dovrebbe esserci l'accordo di tutti. Tra le città medie, si dovrebbe chiudere l'intesa sulla candidatura dell'ex governatore lombardo Roberto Maroni a Varese.