AGI - Riaprire in sicurezza. E’ la linea di Mario Draghi che non entra nelle dinamiche dei partiti, nelle polemiche tra le forze politiche che si dividono sul tema della fattibilità delle riforme, ritiene che si debba andare avanti con il programma, sulla base delle priorità del Paese. E la priorità è programmare la ripartenza, in base alla valutazione dei dati epidemiologici che, questo il convincimento, fanno ben sperare.
La linea di Draghi, riaprire in sicurezza
Dunque le scelte che verranno prese nella cabina di regia del governo sulle misure anti-Covid arriveranno sulle base di evidenze scientifiche. Scelte - il 'refrain' - che dovranno essere accolte con tranquillità perché in questa fase comunque non ci può essere un liberi tutti e per chi è stato danneggiato e magari sarà ancora danneggiato è previsto un sostegno economico che arriverà nel dl imprese sul tavolo del Cdm probabilmente mercoledì. Il decreto semplificazioni e il dl sulla governance del Pnnr sono spostati, invece, più avanti, in ogni caso entro la fine del mese.
Il nodo del coprifuoco e dei ristoranti al chiuso
Più che sul concetto di gradualità nella sede del governo si punta dunque sulle riaperture in sicurezza. Oggi il numero di vittime, 93, è il più basso da sette mesi. Calano i ricoveri (26 in meno nelle terapie intensive), 5753 i nuovi casi di coronavirus. “Con dati in miglioramento possiamo allentare e poi superare il coprifuoco ma bisogna mantenere la necessaria prudenza”, ha spiegato oggi il ministro Speranza. "Il peggio è alle nostre spalle, i numeri andranno sempre meglio", afferma il sottosegretario Sileri. Il pressing dei partiti è sempre più forte.
Scontro nel governo sull'allentamento delle misure
Il centrodestra punta ad eliminare il coprifuoco o ad allungare l’orario di ‘chiusura’ alle 24, ad anticipare alcune misure, come per il settore wedding o la possibilità di cenare nei ristoranti al chiuso. I ministri Gelmini per FI (“i numeri sono positivi, riapriamo il Paese”, afferma il capogruppo azzurro alla Camera, Occhiuto) Giorgetti per il partito di via Bellerio e Bonetti per Italia viva chiederanno un’accelerazione dell’allentamento delle misure, maggiormente prudenti il Pd, Leu e il Movimento 5 stelle che sono per riaperture ma senza imprimere fughe in avanti, invocano responsabilità.
Centri commerciali aperti nel week end
Quel che trapela è che dal prossimo week end i centri commerciali potrebbero riaprire al pubblico, che ci sarà la possibilità per gli avventori dei bar di prendere il caffè al bancone ma sui nodi principali – dalla possibilità di riaprire il 24 maggio anche i ristoranti al chiuso o di portare il coprifuoco alle 23 o alle 24 si deciderà nella riunione. Il calendario della ripresa potrà essere 'aggiornato' ma la tabella di marcia non sarà stravolta, insomma non ci sarà una cancellazione dei vincoli. Sulla possibilità di eliminare le mascherine, anche all’aperto, e di diminuire il distanziamento non se ne parla, le regole rimarranno in vigore ancora a lungo.
Salvini: riaperture. Di Maio: superare coprifuoco
Si privilegeranno le iniziative legate al turismo, cinema e teatri potrebbero allentare ancor di piu’ le maglie, ci sarà la possibilità di spostarsi tra le regioni ma un atteggiamento maggiormente ‘aperturista’ sarà comunque - questa la linea del premier - accompagnato dal rispetto delle norme. Dopo la riunione della cabina di regia il governo convocherà poi le Regioni che giovedì dovrebbero aggiornare le linee guida delle riaperture. “Ci aspettiamo riaperture e ripartenza", insiste Salvini che per domani ha convocato la squadra di governo della Lega. "I dati ci dicono che ora e' il momento di superare il coprifuoco: il bollettino di oggi e' in netto miglioramento", dice il ministro degli Esteri Di Maio che ha riunito gli esponenti del governo pentastellati per fare il punto sulla situazione Covid.
Riforme, alta tensione tra Lega e Pd
Tra Lega e Pd la tensione resta alta. Il segretario dem Letta non ne fa una questione personalistica (“Ha un’ossessione nei miei confronti”, dice l’ex ministro dell’Interno), ritiene che dal momento in cui ci sono in ballo miliardi per far ripartire l’Italia il gioco 'un po’ dentro e un po’ fuori' metta a rischio proprio il nostro Paese, lo indebolisca di fronte a quei Paesi frugali europei che ritengono l’Italia incapace di varare le riforme e sempre incline ad un clima di instabilità. Per questo motivo è arrivato ieri l’attacco del numero uno del Nazareno che ritiene le riforme indispensabili per il cammino del Paese: riforme che a suo parere vanno fatte in fretta e con una maggioranza coesa e non esposta a continue fibrillazioni.
Meloni: Draghi è spostato a sinistra
"Se Salvini non vuole i fondi Ue si dimettano i ministri chiamati a gestirli", afferma il vice segretario dem Provenzano. Oggi è Meloni ad avvertire gli alleati del centrodestra: Draghi è più spostato a sinistra. Se non si faranno le riforme sarà colpa di M5s e del Pd non della Lega, il leitmotiv di Salvini.