AGI - Dopo un anno trascorso all’insegna dell’emergenza pandemica, in cui la politica italiana è apparsa “congelata”, dai sondaggi delle ultime settimane emergono alcune tendenze che dimostrano come gli orientamenti degli italiani siano tutt’altro che immobili.
Lo conferma anche la nostra Supermedia, da cui ormai ogni settimana è possibile cogliere alcuni elementi di discontinuità degno di nota. Che non mancano nella rilevazione di oggi: a cominciare dalla Lega, che rimane in prima posizione per quanto riguarda le liste, ma si conferma in calo, scendendo sotto il 22%.
Il distacco sul secondo classificato, cioè il Partito Democratico (19,2%) in due settimane si è ridotto da 3,4 punti a due e mezzo. Lo stesso PD però avverte ormai il “fiato sul collo” di Fratelli d’Italia, distanziata di un misero 0,7% e che settimana dopo settimana infrange il proprio record (oggi è al 18,5%). Sembra invece aver perso terreno il Movimento 5 Stelle, ancora fermo sotto il 17% e che non appare più in grado per competere per il vertice di questa – importante ma pur sempre simbolica – classifica.
Qui è necessario fare un appunto di carattere metodologico: da alcune settimane, infatti, uno degli istituti di cui la nostra Supermedia tiene conto (EMG) sceglie di diffondere solo i dati sulle intenzioni di voto relative a un particolare scenario, esplicitato in fase di intervista, e cioè quello in cui Giuseppe Conte è leader del M5S. Non si tratta di una sottigliezza, dal momento che nei dati di EMG così ottenuti il M5S fa molto meglio rispetto a tutti gli altri istituti (mentre il PD, per contro, fa sensibilmente peggio), con una differenza quantificabile in circa 3 punti – stando a quanto affermato dallo stesso direttore di EMG Fabrizio Masia. Se non tenessimo conto del dato di EMG, la nostra Supermedia mostrerebbe un M5S più vicino al 16 che al 17 per cento (e un PD, per contro, non distante da quota 20%).
Ma Conte è o non è il leader del M5S? Lo scenario, inizialmente solo ipotetico, testato da EMG, sembrava in effetti destinato a divenire quello effettivo con la “incoronazione” informale di Conte da parte di Beppe Grillo, avvenuta circa un mese fa. Ma al momento il M5S si trova ancora intrappolato in uno strano “comma 22”, visto che non dispone dell’elenco dei suoi stessi iscritti (detenuti legalmente dall’associazione Rousseau di Davide Casaleggio) e solo il leader ufficiale potrebbe richiederli, ma non essendoci formalmente alcun leader in questo momento, Conte non può essere eletto dagli iscritti del M5S, il cui elenco lo stesso Casaleggio si è più volte rifiutato di fornire…
Anche alle spalle dei partiti maggiori si muove qualcosa: Forza Italia è stabile al quinto posto e Azione al sesto, pare senza beneficiare, almeno per il momento, della candidatura del suo leader Carlo Calenda a Sindaco di Roma (e soprattutto delle difficoltà che nello stesso ambito sta vivendo il PD).
Al contrario, Italia Viva perde ancora un po’ di terreno, facendosi “agganciare” da Sinistra Italiana al 2,3%. Difficile dire quanto abbiano pesato le recenti polemiche sugli incontri più o meno segreti di Matteo Renzi – che vanno ad aggiungersi ad una sfilza ormai infinita di polemiche – ma appare ormai certo che per IV sia un momento non facile, sul piano dei consensi, visto che il dato odierno è il peggiore mai registrato dalla nostra Supermedia da quando il partito è stato fondato.
E questo momento di difficoltà, insieme a quelle di Più Europa, si riflette su quella che abbiamo chiamato “componente liberale” della maggioranza di governo. Al momento della nascita dell’esecutivo, infatti, questa componente (composta appunto da IV e Più Europa, oltre che da Azione) valeva l’8% dei consensi, mentre oggi sarebbe scesa al 6,5%.
Ma quando si parla di componenti della maggioranza, l’elemento forse più macroscopico è il calo del “centrodestra di governo” (come Lega e Forza Italia hanno deciso di auto-definirsi nei loro documenti congiunti), scesa di oltre 2 punti in questi primi 3 mesi di vita dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. L’altra componente, quella giallo-rossa (ossia PD, M5S e sinistra “governista”) è tutt’ora stabile poco sotto il 38%.
A cosa può essere dovuta questa flessione del centrodestra di governo? La spiegazione più semplice, nonché la più plausibile, è che esso stia soffrendo la concorrenza di FDI, che sta beneficiando del suo ruolo di principale partito di opposizione pescando consensi proprio dal bacino dei delusi dall’azione di Governo, e che in precedenza si riconoscevano nelle posizioni della Lega (ma anche, sia pure in misura minore, del M5S).
Ma c’è anche un altro motivo, complementare e non alternativo a quello appena visto, che può spiegare questa dinamica. Come è facile constatare, nelle ultime settimane le diverse componenti della maggioranza si sono differenziate soprattutto sull’asse tra “aperturisti” e “rigoristi”, con il centrodestra (e Italia Viva) ascrivibile ai primi e i giallo-rossi ai secondi. Ebbene, nell’ultimo periodo è fuor di dubbio che il Governo stia seriamente valutando provvedimenti di riapertura, visto il miglioramento della curva epidemiologica e i progressi della campagna di vaccinazione.
E l’opinione pubblica, proprio nelle ultime settimane, sembra stare “accompagnando” questo clima di graduale riapertura. Gli italiani, infatti, rimangono prudenti e preoccupati dalla diffusione del virus, ma si stanno sempre più convincendo della necessità di tornare gradualmente alla normalità.
Rispetto alla scorsa settimana, i sondaggi mostrano un incremento di chi vorrebbe più aperture, sia in generale che per i ristoranti al chiuso. #agorarai @FabrizioMasia1 pic.twitter.com/0Djzocz1FQ
— Agorà (@agorarai) May 13, 2021
Lo confermano anche due recenti sondaggi. Uno di Antonio Noto per il Quotidiano Nazionale, in cui ben il 58% degli italiani si dichiara favorevole alla riapertura dei ristoranti anche al chiuso. E un altro di EMG, in cui alla stessa domanda risponde positivamente ben il 65%. Nello stesso sondaggio, risulta in crescita, settimana dopo settimana, anche la quota di intervistati che ritengono auspicabile un maggior grado di apertura (oggi pari al 36%).
Non solo: sull’annosa questione del coprifuoco è ancora EMG a rivelare come ormai la netta maggioranza degli italiani sia favorevole a superare l’attuale status quo (coprifuoco alle 22), con ben i due terzi ad auspicare un suo posticipo alle 23 (40%) o addirittura a mezzanotte (27%), mentre la settimana scorsa era di avviso simile “solo” la metà degli intervistati.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 29 aprile al 12 maggio dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ixè, Piepoli, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 13 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.