AGI - Gabriele Albertini, che il centrodestra vorrebbe candidare a sindaco di Milano, resta sulla sua posizione anche se ancora non esclude di ritirare il rifiuto finora pronunciato: "Ho scritto una lettera aperta piuttosto definitiva ed è difficile tornare indietro perché le ragioni che l'hanno motivata non sono facilmente modificabili", dice al Giornale. "Di definitivo - riconosce - c'è solo la morte. Nel 1997 ho detto di no per tre volte e alla quarta ho detto sì. Può sempre accadere qualcosa, la battuta che ho fatto sull'Arcangelo Gabriele che mi appare significa che può sempre cambiare qualcosa".
"Semmai - afferma in un altro passaggio dell'intervista - potrei fare il vicesindaco o assumere un altro incarico, o dare un appoggio in campagna elettorale, se ci fosse un sindaco che mi piace. Mi rendo disponibile a spendermi per la mia parte politica".
A chi gli chiede cosa dovrebbe succedere per convincerlo a scendere in corsa per la terza volta e se è vero che è stata la moglie a dissuaderlo, l'ex sindaco di Milano risponde: "Mi ha fatto capire che stavo finendo in una situazione in cui non consideravo che vita avremmo fatto quando e se avessimo raggiunto l'obiettivo".
Albertini dice poi di non condividere "l'opinione drammaticamente tragica della gestione Sala che le persone che si sono rivolte a me mi hanno proposto. Anzi - ammette - la sua discontinuità rispetto alla nostra amministrazione è minore rispetto a quella di altri sindaci. Devo dire però che anche Pisapia che veniva da Rifondazione comunista ha provato a fare le privatizzazioni. Certo, ho visioni diverse da quelle di Sala".
Chi potrebbe essere un buon sindaco? "Di tutti i nomi che sono stati fatti - sostiene - Lupi è quello con la notorietà più alta. Certo quando gli sento dire 'acquisiamo la disponibilità dei candidati e poi tiriamo le somme', penso sia un modo per scoraggiare i candidati vincenti, a meno che non vogliono fare gli straccetti che lucidano gli ottoni di chi sceglie. La precondizione minima anche solo per pensarci è che si mettano d'accordo tra loro nella scelta del candidato", conclude.