AGI - Le date somiglieranno a quelle dello scorso anno: per ripartire sarà necessario attendere altre tre settimane. Al momento non sarebbe prevista in settimana una riunione della cabina di regia, si dovrebbe tenere in quella successiva: si analizzeranno i dati che arriveranno venerdì e si aspetterà il 'report' successivo ma è molto probabile, spiega una fonte di governo, che una vera ripartenza avverrà solo il 3 maggio, sulla falsa riga di quanto successo l'anno scorso (il 4 fu la data dell'allentamento delle misure), anche se l'obiettivo a cui sta lavorando l'esecutivo è di inviare qualche segnale già dal 26 aprile.
È lo stesso sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a confermarlo, intervenendo alla trasmissione televisiva Agorà: "Immagino che consolidando i dati, scendendo largamente sotto un'incidenza di 180 casi ogni 100 mila abitanti, a quel punto dal primo di maggio si potrà tornare a una colorazione più tenue delle Regioni. Riaprire i ristoranti potrebbe essere fattibile - ha osservato - però non dal primo maggio secondo me, ma progressivamente di settimana in settimana nel mese di maggio, fino ad arrivare ai primi di giugno con una riapertura modello inglese".
Nel caso servirà comunque un provvedimento ad hoc, un dl non una semplice delibera. Salvini è in pressing ("Dove possibile si riapra già ora"), le Regioni faranno pervenire giovedì le proprie proposte ma l'ala rigorista invita ad evitare fughe in avanti, a non "bruciare - le parole del ministro Speranza - le tappe".
Tra i parametri per le riaperture - come annunciato dal premier Draghi - ci sarà anche quello legato alle percentuali delle vaccinazioni. E il criterio ribadito dal commissario all'Emergenza Figliuolo è quello di dare priorità alle categorie fragili e agli over 80. Il metodo dunque è quello per fasce d'età, molte Regioni stanno terminando di vaccinare i più anziani e stanno procedendo comunque secondo un criterio anagrafico. Criterio al quale si è sottratto De Luca che ha deciso di puntare sulle categorie economiche con AstraZeneca.
Una scelta condannata dagli altri presidenti di Regione, da Fedriga a Fontana, anche se con toni non 'barricaderì. In realtà sotto traccia alcuni governatori non hanno gradito, tanto che una fonte rimanda all'articolo 650 del codice penale che prevede che venga punito "chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene".
L'obiettivo comunque è quello di evitare di alzare lo scontro ma Figliuolo è stato netto, la necessità di attenersi al piano vaccinale non è una raccomandazione ma una direttiva alla quale si devono uniformare tutti, "nessuna deroga".
Una sorta di 'aut aut' dunque. E anche sulla 'querelle' legata alle isola free-Covid (una prospettiva che non piace neanche a diversi presidenti di Regione, da Bonaccini a Fedriga) gli uffici del commissario all'Emergenza si sono espressi in maniera chiara. Figliuol è stato nel pomeriggio a Palazzo Chigi.
Intanto il Cts ha preso tempo sul dossier legato agli Europei di calcio e oggi ha ricevuto le proposte del ministro dei Beni culturali Franceschini per consentire che la riapertura di teatri, cinema e sale da concerto, già prevista nelle 'Zone gialle', possa avvenire con una maggiore presenza di pubblico. Il tema delle riaperture è sul tavolo del governo.
La linea degli scienziati ma anche del presidente del Consiglio Draghi è quella di muoversi secondo i dati scientifici. Solo quando saranno vaccinati gli over 80 e le categorie più fragili ci sarà un allentamento delle misure.
Il premier sta lavorando (questa mattina ha visto il responsabile dell'Economia Franco) al Def e al nuovo scostamento di bilancio che sfiorerà i 40 miliardi. Si punta soprattutto a dare liquidità alle aziende e si accelera sul 'Recovery', giovedì alla conferenza unificata le Regioni interloquiranno con i ministri interessati (tra questi Colao e Cingolani) e non si esclude di costituire un fondo ad hoc per le opere escluse dal piano.
Il Def e il nuovo scostamento di bilancio arriveranno sul tavolo del Consiglio dei ministri mercoledì (domani c'è una riunione ma all'ordine del giorno ci sono leggi regionali e le deleghe ai viceministri) e intanto sul decreto Sostegni si registrano circa 3.100 emendamenti presentati al Senato. Per quanto riguarda il 'dossier' riaperture il premier - come ha spiegato in diverse occasioni - le ritiene possibili solo con l'accelerazione delle somministrazioni dei vaccini.
Si dovrebbe arrivare ad una ripartenza per gradi, magari con la possibilità di riaprire le attività di ristorazione e i bar a pranzo. Ci sono alcune Regioni che stanno più avanti (nel Lazio hanno preso il via le prenotazioni per i sessantenni), ma il 'refrain' generale è che mancano le dosi (De Luca lamenta la carenza di Pfizer e Moderna) e in diversi non nascondono il proprio malessere per gli annunci che - il ragionamento di uno dei 'governatori' - in questi mesi non sono stati seguiti dai fatti.
Anche con l'arrivo del vaccino Johnson & Johnson e le consegne anticipate di Pfizer non si riuscirà a raggiungere le 500 mila inoculazioni al giorno ma ci si attesterà sulle 300 mila.
Aggiornato alle ore 10,00