AGI - Una 'tregua' che si regge sul comune sostegno al governo guidato da Mario Draghi e sulla necessità di dare respiro alle imprese piegate dalla crisi economica e sociale innescata dal Covid. E' il risultato del lungo incontro - un'ora e un quarto di colloquio - fra il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta e l'omologo della Lega, Matteo Salvini.
"Abbiamo convenuto sulla necessità che il governo faccia un decreto che aiuti le imprese a ripartire. Poi, alle elezioni saremo su fronti contrapposti", spiega il leader dem all'uscita dal suo ufficio all'Arel, che ospita l'incontro, il primo faccia a faccia in assoluto tra i due. "Sosteniamo il governo Draghi", aggiunge Letta ai cronisti, "lo sosteniamo e lavoriamo insieme per fare uscire l'Italia dalla pandemia". Nonostante questo, Pd e Lega rimangono "su fronti contrapposti" come si vedrà già alle prossime elezioni amministrative, in autunno.
E' dunque il tema della tenuta del sistema della piccola e media imprenditoria a preoccupare maggiormente i due leader che hanno convenuto sulla necessità di collaborare "sui temi concreti", pur nella consapevolezza di fare parte di due sistemi di valori e di due culture politiche tra loro incompatibili. Il terreno comune che si è individuato è il sostegno a chi non ce la fa, alle imprese, a cominciare dalle realtà piccole e medie, alle partite Iva, ai commercianti e agli artigiani.
Faccia a faccia costruttivo, dunque, che ha portato alla proposta di un "grande decreto per le imprese" da mettere a punto quanto prima, entro il mese di aprile. Non un risultato scontato, visto lo scontro a distanza che ha caratterizzato l'avvio della collaborazione fra il Pd e la Lega all'interno del perimetro del governo Draghi, e la fase iniziale della segreteria Letta con la proposta di 'ius soli' e l'attenzione al disegno di legge Zan sull'omotransfobia osteggiati dai leghisti.
Durante l'incontro il segretario leghista ha chiesto al collega dem di "convergere su temi concreti" e di evitare di "insistere su argomenti divisivi come immigrazione o legge Zan", spiegano fonti del partito di via Bellerio, secondo le quali Letta non avrebbe mostrato indisponibilità a questa richiesta. Circostanza smentita da fonti dem: i due leader si sono limitati a parlare dei temi sui quali c'è condivisione, viene spiegato.
Al termine del colloquio, i toni del leghista sono comunque concilianti. "L'incontro con Letta è andato bene. Siamo d'accordo sul fatto che il prossimo decreto sia dedicato interamente al sostegno delle imprese", dice, anticipando che il decreto Sostegni 2 si chiamerà decreto Imprese.
"Prima viene l'interesse del Paese", sostiene il capo della Lega. "Nonostante Lega e Pd abbiano storie, tradizioni e idee diverse su tanti fronti, però su alcuni punti la battaglia è comune: un imponente e poderoso decreto Imprese da fare entro aprile e poi il tema della salute e delle riaperture". "I temi di confronto sono stati quelli su cui siamo d'accordo: salute e lavoro. Non abbiamo parlato di altro", aggiunge. Avete siglato una tregua? "E' quello che ho chiesto: lavoriamo su quello che unisce e serve al Paese. Dividersi adesso su altri temi, che non sono prioritari, e fanno litigare il Parlamento non serve a nessuno", risponde Salvini. "Entrambi abbiamo interesse perché il governo Draghi sia un successo per l'Italia e gli italiani. Se mettiamo elementi divisivi sul tavolo non facciamo un buon servizio al Paese".
"Non abbiamo parlato di legge elettorale, per me va bene quella che c'è", taglia corto il segretario leghista, il quale tiene però a precisare, sul tema presidenza del Copasir, di aver "ribadito a Letta la richiesta di azzerare tutto". Salvini sostiene di non avere in programma alcun vertice di centrodestra per trovare un accordo con Fratelli d'Italia che rivendica la presidenza del comitato, ora occupata dal leghista Raffaele Volpi. Nell'incontro avuto con Meloni, il segretario del Pd aveva detto di sostenere la richiesta di FdI sulla presidenza del comitato che per legge spetta all'opposizione. "La mia richiesta è di dimissioni di massa e di ricominciare tutto da capo - ribadisce Salvini -. Vediamo se tutti saranno disposti a dimettersi. Mi sembra che sia una proposta sensata".