AGI - Un faccia a faccia con il 'nemico' Matteo Renzi e una 'competion' con Giuseppe Conte per la guida dell'alleanza di centrosinistra. Il segretario del Pd Enrico Letta, sette anni dopo il passaggio di consegne alla guida del governo, vede il leader di Italia Viva giocando in casa, nella sede dell'Arel.
Alla fine di quaranta minuti di colloquio, che entrambi definiscono "franco e cordiale", i due si congedano con più distanze che visioni comuni. A cominciare dall'alleanza con il Movimento Cinque Stelle, che per il segretario del Pd resta fondamentale per costruire un campo largo a sinistra capace di essere competitivo nella partita con il centrodestra di Salvini e Meloni, ma che per Renzi, resta un tabù.
L'incontro con Renzi "e' stato franco, cordiale, utile, tra due persone molto diverse", dice Letta, "su alcune cose siamo d'accordo, su altre non siamo d'accordo. Discuteremo. Io sono qui cercando di mettere da parte le mie considerazioni personali senno' non sarei tornato. Cerco di aiutare il mio partito, la coalizione e il paese a prescindere dalle considerazioni di carattere personale", aggiunge, archiviando la celebre immagine dello scambio della campanella, simbolo del traumatico scambio di consegne a palazzo Chigi di sette anni fa.
"Sui 5 stelle io e Letta abbiamo un'opinione diversa, ma era noto, lo abbiamo confermato oggi. Io credo che da qui al 2023 non voglio stare nè con Salvini e Meloni ma nemmeno con grillini e populisti a sinistra, questo è il posizionamento di Italia viva", ribadisce Renzi, che guarda al centro del panorama politico e resta contrario a un accordo con pentastellati. Per Letta invece la costruzione di un'alleanza a sinistra non può prescindere da un'intesa con il Movimento.
E in serata, alla domanda dei giornalisti che chiedono chi, tra lui e il capo in pectore del M5S Giuseppe Conte sarà il leader destinato a tornare a palazzo Chigi in caso di vittoria risponde: "La leadership di questa alleanza la decideremo, dipendera' da come si organizzera' l'alleanza, normalmente sono gli elettori che decidono, chi prendera' piu' voti avra' diritto di fare la scelta di proporre la leadership. Per me la parola su tutti i passaggi essenziali di questa vicenda politica deve andare agli elettori e agli iscritti". (AGI)