AGI - Nessun documento da 'nuovo leader' per Giuseppe Conte. Nessuna mozione - per mutuare l'espressione dalla tradizione congressuale dei partiti storici - su cui differenziare eventualmente i punti di vista. Anche perché sulla discesa in campo dell'ex premier l'accordo abbraccia la stragrande maggioranza dei 5 stelle.
Troppo "presto" per il documento, che potrebbe essere messo nero su bianco solo in un secondo momento. Troppo distante dal modello "collettivo" del Movimento 5 stelle il metodo di posizionamento tradizionale.
Su quello che domani sera dirà Giuseppe Conte - la cui partecipazione è attesa all'assemblea congiunta dei parlamentari - cresce l'attesa che alimenta le supposizioni, soprattutto sui contenuti del cambiamento. Ma molti sono convinti che le modalità della riunione 'rispetteranno' lo standard di quelle M5s e sul merito pensano al lancio di una piattaforma programmatica su cui ragionare.
"Conterà solo quello che dirà Conte" è la risposta di una fonte sulla soluzione alla vexata quaestio del vincolo del doppio mandato e alla 'querelle' con Rousseau di Casaleggio.
Sul primo fronte - stante le parole di Grillo che ha bloccato la strada della terza legislatura per gli eletti - sono diverse le ipotesi che si fanno, in attesa di una possibile mediazione dell’ex premier: resta lo stop dopo il secondo mandato; si ipotizzeranno deroghe per meriti; si diversificherà il limite a seconda delle istituzioni in cui si è stati eletti.
Ma sono, appunto, supposizioni mentre si aggiunge - a chi sostiene che l'uscita a sorpresa di Grillo abbia messo in difficoltà l'ex presidente del Consiglio - chi ritiene il Garante, invece, gli abbia tolto le "castagne dal fuoco" ponendolo nelle condizioni di essere più libero nella scelta dei prossimi possibili candidati. Sul tema, c’è chi ventila la possibilità che Conte potrebbe anche ‘glissare’ deludendo le aspettative e creando malumore.
Intanto, due - è la voce che si è diffusa - dovrebbero essere i capisaldi su cui il discorso di Conte dovrebbe vertere: l'apertura alla società civile e il radicamento sul territorio.
Quest'ultimo, viene osservato, comporta la necessità di finanziamenti. È di queste ore l'ipotesi che agli eletti possa essere chiesto un contributo forfettario di 2.500 euro mensili. Quanto alla piattaforma Rousseau la stragrande maggioranza dei parlamentari è orientata al divorzio.
C'è chi sostiene che l'orientamento di Grillo potrebbe essere per mantenere un rapporto di servizio con l'associazione, ma osserva che questo non sarà, con ogni probabilità, possibile, vuoi per l'atteggiamento assunto da Casaleggio (non ultimo con il manifesto 'Controvento'), vuoi perché anche Conte non vedrebbe praticabile questa strada.
Su Rousseau chiude anche Antonio Nesci, attivista M5s, e fondatore, con la sottosegretaria Dalila Nesci di 'Italia Più 2050' che raggruppa circa 40 parlamentari, nata dal thinktank 'Parole guerriere'.
In una intervista al Riformista spiega: "ho ipotizzato già un anno fa che si sarebbe andati ai minimi termini nel dialogo". E ancora: "ho fatto capire ai più ritrosi che il momento della separazione sarebbe arrivato e immaginavo anche che si andasse a finire con le carte bollate".
Parole guerriere con la fondazione di Italia Più 2050, una corrente del Movimento? In M5s alcuni riconoscono che potrebbe essere l'avvio di una corrente, mentre per il resto vi sono gruppi di confronto a tema.
In tanti sostengono che l'arrivo di Conte ha rimescolato le carte e che bisogna prima stare ad ascoltare quello che, negli auspici, non deve essere un discorso generico, solo sostanziato da macro-temi, ma deve fare capire quale sarà la nuova organizzazione, quali gli obiettivi e le prospettive, incluse le future alleanze.