AGI - I quarant'anni della legge di riforma della polizia e i 160 dell'Unità d'Italia "sono ricorrenze tra loro intimamente collegate. La Polizia è uno dei volti dello Stato. La storia della Polizia è parte del racconto della edificazione dello Stato unitario, ne ha seguito l'evoluzione costituzionale garantendo lealtà nello svolgimento dei suoi compiti di autorità preposta al mantenimento dell'ordine pubblico". Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella prefazione al volume "La riforma dell'Amministrazione della pubblica sicurezza", a cura di Carlo Mosca.
"I principi ispiratori della riforma, che vanno quotidianamente vissuti per renderla effettiva - sottolinea il capo dello Stato - hanno contribuito a ribaltare l'immagine antica, forse mai totalmente rispondente alla realtà, di un corpo dello Stato vocato a funzioni puramente repressive per imporre un ordine gradito al potere di turno. La polizia moderna nella logica costituzionale propria della riforma dell'81, è oggi un corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile ed aperto, elemento di coesione".
"Una 'empatia democratica' - ricorda Mattarella - guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis ma nata negli anni difficili del terrorismo, nutrita, nei lunghi 40 anni dall'introduzione della riforma, dal lavoro e dal sacrificio dei suoi componenti. Un impegno lungo che ha prodotto così i suoi effetti".
"La legge 121 del 1981 - conclude il presidente della Repubblica - è caposaldo vivo e vitale dei nostri tempi: ha rapportato l'agire della Polizia nella società ai valori della Costituzione repubblicana, affidandole una missione non dissipata in un compito meramente securitario, bensì proiettata esplicitamente verso la cura dell'ordine democratico del Paese. Una funzione scolpita nell'articolo 24 quando, al primo posto tra i compiti della Polizia di Stato, troviamo indicata la tutela 'dell'esercizio delle libertà e dei diritti del cittadino'".