AGI - La sala è piena, il brusio rende impossibile sentire la voce della ragazza che è appena salita sul palco: coda di cavallo e mani infilate nelle tasche dei jeans. Sorride, attende che si faccia un po' di silenzio per cominciare a parlare. Quando comincia, ci si rende conto che il suo è un atto d'accusa nei confronti del gruppo dirigente del Pd: "Io credo che sia mancata la leadership, intesa come il mezzo per una linea politica di sintesi...siamo apparsi come un partito lontano dalla realtà dalle cose reali, non siamo stati capaci ciascuno di parlare oltre il proprio elettorato".
Parole che sembrano pronunciate ieri. Invece è il 2009 e Debora Serracchiani esordisce così all'assemblea dei circoli del suo partito. La neo eletta capogruppo del Pd alla camera - vice presidente del partito e presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio - è lì a rappresentare gli iscritti della provincia di Udine, lei che è di Casetta Mattei, quartiere romano sulla via Portuense. Il papà è stato operaio e impiegato Alitalia e lei si tasferisce a Udine dopo la laurea in Giurisprudenza.
"L'Amelie Poulain della politica"
Il suo, fino ad allora, è un cursus honorum dei più classici: comincia come consigliera circoscrizionale, presidente di commissione, poi eletta in consiglio provinciale, nel 2008 è eletta segretario provinciale a Udine. Ma l'intervento all'Assemblea le fa spiccare il volo nell'empireo della politica nazionale. parlano di lei anche i media stranieri, viene definita l'Amelie Poulain della politica, per una certa qual somiglianza con la protagonista del film, Il Favoloso mondo di Amelie. Poco dopo arriva la sua candidatura alle elezioni europee di giugno, in cui fa il pieno di voti.
Con le sue quasi 74 mila preferenze, Debora Serracchiani supera in Friuli per 9mila voti anche Silvio Berlusconi, capolista del Pdl. Nel 2013 vince di misura le Regionali in Friuli Venezia Giulia conquistando la poltrona del presidente uscente Renzo Tondo. A giugno di quello stesso anno viene scelta come responsabile nazionale dei trasporti e infrastrutture del Partito Democratico nella segreteria di Guglielmo Epifani, poi riconfermata come responsabile nazionale trasporti e infrastrutture nella segreteria nazionale del neoeletto segretario Matteo Renzi.
La vicesegreteria con Guerini
Alla fine del mese di marzo 2014 viene nominata vicesegretario del partito assieme a Lorenzo Guerini. Non si ricandida alle regionali del 2018 per un secondo mandato, ma corre per le politiche e viene eletta deputata. Il 12 novembre 2017 all'assemblea regionale del PD a Udine dichiara di non ricandidarsi alle elezioni regionali del 2018, ma di correre alle politiche dello stesso anno. Si dimette dalla carica di vicesegretario del Pd il 6 marzo 2018 a seguito del risultato deludente ottenuto dal partito alle elezioni politiche 2018. Nel 2019 il presidente del Pd Paolo Gentiloni la sceglie come vicepresidente del partito, in quanto rappresentante della mozione Martina sconfitta al Congresso che incorona segretario Nicola Zingaretti.