AGI - I cittadini europei "hanno la sensazione di essere ingannati da alcune case farmaceutiche, in particolare da AstraZeneca", per questo bisogna fare in modo che "le dosi prodotte in Ue restino in Ue", anche attraverso il meccanismo di controllo dell'export, di recente rafforzato dalla Commissione europea.
Sono questi i cardini dell'intervento del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al vertice Ue che si è tenuto in videoconferenza e a cui ha preso parte anche il presidente americano, Joe Biden, per confermare la ritrovata alleanza translantica, anche sul fronte dei vaccini.
Draghi nel suo intervento - riferiscono fonti europee - ha ripercorso i fatti legati allo stabilimento di Anagni, dove nei giorni scorsi sono state scoperte 29 milioni di dosi di AstraZeneca.
E proprio su queste l'ex presidente della Bce ha voluto rassicurazioni da Bruxelles. Alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, Draghi ha chiesto se ritenga giusto che le dosi di vaccini localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all'Unione europea, in tutto o in parte.
La leader dell'esecutivo europeo ha confermato che "le dosi prodotte in Ue saranno destinate alla Ue". E in conferenza stampa ha chiarito "che 13 milioni sono prodotte in Corea e Cina e per questo andranno a Covax; 16 milioni sono invece per gli Stati membri europei".
Il premier Draghi ha quindi dato il suo "pieno sostegno" alla proposta di von der Leyen di rafforzare il meccanismo europeo sulle esportazioni di vaccini e ha pienamente condiviso la proposta di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all'esecuzione del progetto.
"Gli Stati membri avranno bisogno di tutto l'aiuto che la Commissione può dare", ha ricordato Draghi, "perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale". Draghi ha anche invitato i leader a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone causati dall'introduzione del certificato.
L'ex presidente della Bce, con gli altri capi di Stato e di Governo, guarda ora anche oltre il buio della pandemia, verso l'alba della ripresa. "Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi", ha spiegato nel corso della discussione all'Eurosummit sul ruolo internazionale dell'euro.
Ha invitato a prendere esempio dagli Stati Uniti. "Negli Usa hanno un'unione dei mercati dei capitali, un'unione bancaria completa, e un safe asset", ha fatto notare il premier che ritieni questi elementi la chiave del ruolo internazionale del dollaro.
In particolare, Draghi ha enfatizzato l'importanza di creare un titolo comune europeo. "Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico", ha osservato.
Sul fronte europeo, il vertice si è concluso con il comune accordo di "lavorare per aumentare la produzione dei vaccini e migliorare l'abilità di distribuirli negli Stati membri". E in questo potranno essere d'aiuto gli Stati Uniti. Joe Biden nel suo intervento ha "teso una mano all'Ue" confermando il nuovo corso.
"Abbiamo identificato i temi su cui ci impegniamo insieme, in particolare sulla necessità di garantire accesso ai vaccini e alle catene di approvvigionamento", ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
"Ue e Stati Uniti sono entrambi produttori di vaccini, è nell'interesse comune collaborare", ha rincarato von der Leyen. La sfida dei Ventisette al momento è limitare la 'fuga' di dosi all'estero.
Von der Leyen si è presentata con dati scioccanti sull'export dei vaccini dall'Ue "77 milioni di dosi dal primo dicembre, 21 milioni verso la Gran Bretagna", ha spiegato.
Sono 88 quelle consegnate invece agli Stati Ue. "Ora vogliamo reciprocità e proporzionalità". AstraZeneca? "Continua a non rispettare i contratti e finché non lo farà non potrà esportare", ha chiarito.
L'obiettivo è ottenere "360 milioni di dosi nel secondo trimestre", tra cui le 10 milioni di Pfizer-BionTech che saranno distribuite "in uno spirito di solidarietà" per venire incontro a quei Paesi, guidati dall'Austria, che lamentavano "squilibri nelle assegnazioni" dopo che loro avevano puntato molto su AstraZeneca e si sono trovati senza fornitura.
I leader Ue, irritati dalle pretese del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, hanno comunque confermato che la distribuzione avviene e avverrà in base alla popolazione